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È disorientante la passeggiata sul lungomare di levante su tutto il tratto che costeggia le mura urbiche.
Il Sindaco Sollecito farebbe bene a impegnarsi da subito a disegnare, per tutto il periodo della sua gestione, un organico programma d’interventi di manutenzione ordinaria e di riparazione e recupero funzionale del patrimonio della città che, nella visione miope del suo predecessore, è stato completamente assente. La logica è stata sempre quella di reperire, in ogni modo, fondi e sovvenzioni finanziarie per nuove opere o per grandi piani di ristrutturazioni straordinarie allo scopo di gestire appalti spot, trascurando la manutenzione di quelle strutture pubbliche che spesso fanno la differenza tra un quartiere ben curato e godibile da uno trascurato. Non è una cosa tanto per dire, ma è un dato reale. E, senza tante digressioni pongo all’attenzione lo stato della più impegnativa opera portata a termine da Depalma, la cui contabilizzazione economico-finanziaria, è stata chiusa, appena qualche giorno fa dal Dirigente Carrieri, per una spesa complesiva di euro 2.000.000,00. Mi riferisco, nello specifico, all’intervento di riqualificazione del Lungomare Esercito Italiano, appaltato nel 2015 alla S.r.l. EC Group Costruzioni di Modugno, risultata poi fallita.
Ecco come si presentava nell’estate del 2017, al momento dell’inaugurazione, la grande area demaniale, attrezzata come Teatro all’aperto, sotto il Palazzo Ducale, con la filiera delle panche in pietra, illuminate con fasci di luce a led. Purtroppo, l’intero impianto illuminotecnico, anche in questa estate, è rimasto spento, forse per qualche guasto cui nessuno si è peritato di riparare e renderlo funzionale come da progetto originario, che si ricorda essere stato premiato nell’esposizione della rassegna Urbanpromo 2016.
E, pure i punti luce inseriti lungo tutta la parete che delimita la barriera frangiflutti di levante, dalla sua radice, a tratti, si accendono e si spengono, per cui quella che doveva essere la caratteristica estetica di quel luogo dedicato a spettacoli vari e a cinema all’aperto è del tutto vanificata. Non è dato di sapere se il ripristino dell’apparato non sia stato eseguito per incuria o per mancanza di fondi. Va, comunque, rammentato che l’intero impianto d’illuminazione delle panche di pietra, già l’anno successivo all’inaugurazione, nel 2018, fu completamente sostituito con altro dall’impresa Piccolomini di Terlizzi per una spesa di circa euro 10.000,00. E, ancora, nella tarda primavera del 2019, l’ing. Trematore, a seguito della tormenta di grecale, che si abbattè nella notte 22-23 febbraio 2019, ebbe ad appaltare lavori di ripristino complessivo di quella struttura alla S.r.l. DSS-Impianti di Modugno per un importo di poco meno euro 40.000,00.
E che dire della Passerella sul mare che funge da collegamento pedonale tra lo spiazzo terminale di via Marco Polo con il piazzale di cui si è fatto appena cenno, titolato “Aeronautica Militare”? L’intero manufatto in legno con i suoi componenti di ancoraggio in acciaio ha urgente bisogno di una radicale manutenzione avendo subito nel corso di questi anni le sferzate dei venti di nord-est e l’attacco della salsedine marina, agenti questi estremamente rovinosi per la tenuta dei materiali in legno lamellare e di elementi metallici. Peraltro, quando è stata realizzata l’infrastruttura, dopo diverse ipotesi progettuali, non si è badato minimamente a creare un raccordo di canalizzazione per convogliare le acque meteoriche che provengo da via Marco Polo per il deflusso diretto di queste a mare. Sta di fatto che in presenza di precipitazioni abbondanti l’acqua piovana si riversa completamente libera sulla scalinata da cui si diparte la passerella medesima, invadendo anche la pedana del percorso.
Proseguendo la passeggiata verso quanto resta del vecchio porto peschereccio, ove è stata impiantata l’ala del veivolo da combattimento per la dedicazione del luogo all’Aeronautica Militare si denota l’accumulo di diversi contenitori carrellati fuori dalle custodie in legno ove si raccolgono i rifiuti prodotti presso il grande gabbiotto Risto-Bar, ivi insiedato da qualche anno.
E, mentre calano le ombre della sera, il luogo comincia ad animarsi di giovani richiamati dalla musica a volume sostenuto proveniente dal box ristoro. E, dunque, sul tratto di molo, che emerge dall’acqua, si affollano già avventori che prendono ad accomodarsi ai divanetti e arredi, dislocati su quella specie di banchina superstite, che framezzati da grossi vasi con palme, ormai rinsicchite, ingombrono l’intero spazio, quasi a impedirne il libero accesso.
Continuando, ancora, sempre verso Piazza Leichardt, di fronte al locale ove è situato l’impianto di sollevamento fognario, un folto numero di persone si appresta a gustare la pizza nella custodia di cartone e altre vivande, che sono adagiate, a mò di tavolo, sul muro che delimita il lungomare e sovrasta la scogliera sottostante.
E, lungo tutto il percorso pedonale, si notano i cestini di rifiuti in ferro, a suo tempo installati, completamente disancorati della base bullonata sul terreno a motivo della ruggine che ha corroso gli elementi di tenuta degli stessi. Alzando poi lo sguardo verso l’alto, la massiccia fortificazione nuraria, che si dice di epoca romana, presenta lungo tutta la sua parte superiore una vasta presenza di piante infestanti e, in alcuni punti, anche arbusti di fico, radicatisi nella connessione degli elementi lapidei.
Finalmente in piazza Leichaedt. L’intero percorso pedonale che lambisce Piazza S. Salvatore e l’area che introduce a Via S. Domenico Maggiore, all’angolo di inizio della muraglia, sono completamente occupati da arredi all’aperto dei locali di ristoro ivi presenti, con ampie zone occupate da custodie che contengono bidoni carellati privati per il deposito di rifiuti.
E per concludere all’ingresso della piazza Leichardt in congiunzione con la corsia ciclabile del lungomare, causa sempre della ruggine, sono stati eliminati i paletti inibitori che ne impedivano il transito veicolare sul piazzale medesimo. Fino a qualche mese fa i paletti erano ancora in essere, ancorchè alla base, sul punto ove c’erano i lucchetti che li fissavano al terreno e ne consentivano, all’occorenza, la rimozione per permettere il transito veicolare di emergenza, si presentassero in gran parte lesionati, per essere privi di protezione. Al loro posto è stata posta una transenna mobile con un segnale di divieto di accesso, posizionata in maniera tale che possa, comunque, dar modo di transitarvi liberamente con autoveicoli.
E’ auspicabile che, trascorsa la stagione estiva e con essa l’euforia dei risultati elettorali, l’Amministrazione abbia a fare una ricognizione di tante criticità e attivi i necessari rimedi. E’ tempo, infatti, che Sollecito chiami a lavoro il suo staf assessorile. Anche perché gli attuali amministratori in gran parte sono gli stessi della precedente gestione Depalma e non possono attribuire ad altri, eventuali responsabilità per non essersi preoccupati di mettere ordine anche a quella zona di litorale, tanto decandata e continuamente propagandata a scopo turistico.
Renato
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Renato Belfiore
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