Una figura che emerge dal racconto l’amministratore disonesto, il quale ci sorprende, trasforma i suoi beni, la sua posizione economica e sociale, in relazioni.
Anche noi corriamo il rischio di vivere una onestà che rimane senza relazioni, preoccupati solo di noi stessi, del nostro comportamento, con uno stile di vita che rimane indifferente e non si lascia toccare dagli altri e dalle loro necessità.
Perché sono gli amici, non le ricchezze che abbiamo (poche o tante che siano) ad aprirci la vita di Dio! Se ci preoccupiamo del bene degli altri, o meglio del bene che è negli e per gli altri, compiamo le opere di Dio, quale vuole, dice Paolo a Timoteo, che tutti gli uomini siano salvati, e giungano alla conoscenza della verità come l’uomo Gesù ha dato se stesso in riscatto per tutti.
Questa domenica riflettiamo proprio su questo: le persone valgono più del denario, dei nostri meschini interessi. Il Signore Risorto ci indichi la vera strada dell’amore, cioè quella del servizio per gli altri, fino a dare la vita.