Che gli uomini di fede sono persone deboli, che si affidano più a Dio che alle grandi capacità scientifiche e tecnologiche del mondo, e che scommettono tutta la loro esistenza su qualcosa di utopico e non tangibile.
La fede è una dinamica essenziale per tutti gli uomini, perché presuppone uno slancio del cuore verso qualcosa o qualcuno.
Essa, paragonabile al granello di senape della pericope evangelica di questa domenica, se piccola e umile e se non si fa grande, permette all’uomo di guardare ai luoghi delle oppressioni fisiche ed esistenziali come campi in cui la speranza fiorisce spontaneamente.
Un cristiano senza speranza, che vede nel passato il tempo perfetto, dimenticandosi dell’agire di Dio in ogni momento della storia, non sarà mai in grado di fortificare la sua fede anche in vista del futuro ultimo.
Cristo Risorto ci chiama, oggi più che mai, a testimoniare la nostra fede, la nostra personalissima e unica risposta a Lui, seminando la speranza nella carità, per dire a tutto il mondo che “siamo servi inutili!”, cioè persone autentiche a servizio di Dio e della Chiesa.