XXIX domenica del tempo ordinario

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Un interrogativo apparentemente semplice, che ci tocca da vicino, è questo: cosa è la preghiera?

Il Vangelo di questa domenica si apre con un invito a pregare sempre, senza stancarsi mai. “Io prego perché vivo e vivo perché prego” diceva non molto tempo fa Romano Guardini, lasciando intendere che ciò che ci anima, ci dà vita, è il dialogo intimo con il Signore.

Non una ripetizione di formule asettiche, ma un incontro. La preghiera è l’incontro del nostro cuore con la grandezza di Dio, di un Padre che vuole toccare il nostro “io” più profondo, per mostrarci la sua fedeltà.
Questa è proprio la caratteristica di Dio: la sua fiducia sempre accordata all’uomo, anche quando egli viene meno.

È compito di noi cristiani “importunare” Dio con la preghiera, non per abbassarlo alle nostre volontà, ma per sentirlo sempre vicino, perché questo nostro dialogo con lui ci aiuti a comprendere il disegno che ha per ciascuno, la strada della felicità.
Paolo, nella seconda lettura, invita Timoteo a rimanere saldo in ciò che ha appreso. Se costruiamo la nostra vita, la nostra casa sulla roccia sulle sue Parole, resisteremo a tutte le intemperie della vita.
Se diciamo ogni giorno il nostro Amen, parola che indica le fondamenta, al Signore sappiamo che le nostre preghiere sono ascoltate e amate dal Padre.

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