Il Natale è ormai alle porte.
Questa attesa carica di speranza ci permette di riflettere su una convinzione: Gesù è potuto nascere perché una donna e un uomo hanno espresso il loro “sì” a Dio. Un sì libero, sincero e che si apre alla potenza di Dio. Il Vangelo di questa domenica ci presenta la figura di Giuseppe, “uomo giusto”, spesso sottovalutata. Egli non parla mai, ma agisce nel silenzio, supera la giustizia della legge, e sogna. E proprio qui, quando il futuro di Giuseppe sembrava essere già deciso dal matrimonio con Maria, irrompe Dio. Qui capiamo che il Padre ci libera dalla banalità della vita per donarci sempre avventure nuove, facendoci iniziare ogni giorno cammini di grazia. Egli agisce quando nei nostri cuori ci sono spazi di passività, cioè quando in essi ci sono anche i nomi degli altri che amiamo. Giuseppe ci insegna che l’amore è desiderare la libertà dell’altro e non possederlo, aprendo così la strada a Cristo: l’Emmanuele, l’atteso di sempre, arriva nell’inatteso. Con che occhi guardo il mondo? So meravigliarmi dell’azione nascosta di Dio nella mia vita? Fino a che punto vedo nel mio prossimo il volto del Dio Bambino? “Ecco, viene il Signore, re della gloria”.
Michele Emanuele Troia