[VIDEO] IL VANGELO DIPINTO: Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto (1534)

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“Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro” (Lc 2, 6-17).

La “Adorazione dei pastori” è un dipinto a olio su tela (147×166 cm) di Lorenzo Lotto, databile al 1534 circa e conservato nella Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia.

Sembra che la tela venne affidata dai aristocratici perugini Braccio II e Sforza Baglioni, i cui ritratti sarebbero nascosti nei tratti dei due pastori.

La scena è inserita in una stalla, con un taglio limitato sui personaggi. L’atmosfera che proviene dal dipinto è soprannaturale e grazie agli accostamenti dei colori e agli effetti luminosi, è di grande fascino.

La luce in primo piano si irradia dal Bambino rischiarando tutto intorno, caricando i colori delle vesti, l’azzurro del manto e il rosa del vestito della Vergine Maria, il rosso del mantello di Giuseppe, il bianco della tela sulla quale è adagiato il Bambino, l’ocra e il marrone delle casacche dei pastori.

Il cielo è forse notturno o probabilmente riproduce il tramonto; in ogni caso la luce sembra spargersi, in modo trascendente dal Bambino stesso, lasciando ad esempio gli angeli e Giuseppe moderatamente in ombra.

Adorazione dei pastori, Lorenzo Lotto (1534) Pinacoteca Tosio Martinengo Brescia (Particolare)

In primo piano, a sinistra, vi è Maria coperta dal suo mantello di un azzurro quasi brillante, con il capo piegato e le mani giunte, ammira affettuosa e assorta in adorazione il Bambino adagiato in un grande canestro di vimini adattato a lettuccio con paglia.

Alle spalle di Maria, un po’ appartato, c’è Giuseppe, sostenuto da un bastone che fissa la sua famiglia.

Sullo sfondo si scorgono, nella penombra al centro il bue e l’asino in controluce.

A destra, due giovani angeli dalle ali distese introducono due pastori alla presenza di Gesù. Ambedue poggiano una mano sulla loro spalla, in segno di protezione e incoraggiamento, a precisare che la fede dell’uomo dev’essere sempre sostenuta da Dio. Tutti gli sguardi confluiscono su Gesù, uniti dal sentimento di adorazione, ad eccezione di un angelo che guarda dritto negli occhi lo spettatore che esamina il quadro, in questa maniera lo spettatore è implicato nella scena e diviene anche lui testimone della nascita di Gesù e partecipe dell’adorazione.

I pastori, anche loro in adorazione di Gesù, hanno i visi fortemente contrassegnati, uno con i capelli a caschetto, l’altro con un inizio di calvizia, ambedue con la barba e con le fisionomie che si somigliano, proprio come se fossero fratelli. Essi vestono raffinati indumenti cinquecenteschi al di sotto delle giubbe da pastore.

Adorazione dei pastori, Lorenzo Lotto (1534) Pinacoteca Tosio Martinengo Brescia (Particolare)

Un pastore tende al Bambino Gesù, nel centro del quadro, un agnello che il piccolo interessato accarezza il muso, in uno slancio di ingenua tenerezza, protraendo le braccine, con un atto dal preciso contenuto simbolico: abbracciando l’agnello, Gesù accetta il suo doloroso destino. Nessuno sorride, sono mesti e pensierosi, coscienti della sorte che lo attende.

Un altro nesso che collega alla sua futura passione si può riscontrare nella croce raffigurata dal telaio della finestra alle spalle degli angeli. Anche la mangiatoia, nel quale Maria si è inginocchiata (quasi a voler partecipare al destino del Figlio), è eccezionalmente rettangolare e rievoca un sepolcro.

Antonio Calisi

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