Nel tempo molti uomini sono stati definiti saggi, ma solo sette sono stati riconosciuti come sapienti dalla tradizione antica.
Essi sono i Sette sapienti e in questa breve rubrica cercherò di delinearne il pensiero e il lascito nella filosofia successiva.
Ma prima di iniziare: chi ha deciso che questi sette uomini potessero essere definiti tali?
La risposta con certezza non si sa poiché, almeno all’inizio, l’elenco era tramandato oralmente. La prima traccia scritta l’ha lasciata Platone che nel Protagora, un dialogo sull’insegnabilità o meno della virtù composto dopo il 388 a.C., riportava il seguente elenco:
Talete di Mileto
Pittaco di Mitilene
Biante di Priene
Solone di Atene
Cleobulo di Lindo
Misone di Chene
Chilone di Sparta.
Partiamo dunque dal primo: Talete.
Considerato già dai suoi contemporanei uno degli uomini più colti e saggi dell’intera Grecia, Talete nacque in una ricca famiglia aristocratica di Mileto (penisola anatolica) nel 624 a.C.
Scelse di dedicarsi al commercio, avendo così occasione di conoscere culture diverse e molto più antiche rispetto a quelle greche: famoso è l’aneddoto secondo cui avrebbe predetto l’eclissi solare del 585 a.C. usufruendo delle tabelle degli astronomi caldei.
Ma torniamo a noi. La posizione in cima alla lista non è casuale: la tradizione lo individua infatti come il primo ad essersi posto le fatidiche domande riguardanti l’origine della vita, la composizione della materia e dove tutto finisca una volta sopraggiunta la morte.
Talete provò a darsi risposta indicando l’acqua come archè, ossia come principio generatore di tutto. È grazie all’acqua se le piante crescono, se gli uomini vivono e possono riprodursi; non a caso il filosofo notava come gli organismi una volta morti si disidratino. Ma anche il caldo, che all’apparenza mostra delle caratteristiche opposte, nasce dall’umido, vale a dire dall’acqua in stato aeriforme.
Proprio osservando questa sorprendente capacità dell’acqua, Talete giunse alla conclusione che ogni cosa è manifestazione di un’unica realtà (monismo, dal greco mònos=solo) e che tutto è vivo e possiede un’anima (ilozoismo, dalle parole greche hyle=materia e zoè=vita). La materia quindi non è statica, ma vivente.
L’importanza di Talete non sta tanto nelle conseguenze del suo pensiero, quanto nel modo in cui lo ha elaborato: il filosofo milesio è stato il primo ad andare oltre il mito e ad avvicinarsi al metodo sperimentale, colonna portante della scuola naturalistica di Mileto e della filosofia Occidentale.
Simone Lucarelli