Nell’ultimo tratto di anno, appena trascorso, si è registrata una vasta produzione di Determine del Dirigente del Settore “Urbanistica”, finalizzate tanto alla demolizione dell’ex edificio scolastico di Via Fossato per ricavarci, sul suo sedime, un parcheggio pubblico, che alla costruzione di una nuova scuola d’infanzia, in Zona C.4 di ampliamento PEEP, occupando il terreno sotto indicato.
Potrebbe sembrare, d’acchito, che queste due notevoli opere pubbliche, quella di un ampio parcheggio in centro, dal costo di € 831.000,00 e l’altra di modernizzazione dell’edilizia scolastica infantile per € 2.400.000,00, in gran parte finanziate dal PNRR nazionale, rientrino in un unica visione programmatica per il miglioramento della qualità della vita cittadina. Nel senso che possano essere il riflesso di un’evoluta prospettiva socio-culturale della civica convivenza, mediante la rivisitazione del sistema della mobilità urbana e l’offerta di avanzati servizi educativi di prima infanzia e scolastici in genere, attraverso anche l’analisi della tendenza demografica in atto.
Entrambe le azioni, completamente disgiunte nella loro preordinazione, sono il risultato dell’imperdibile accesso a fonti di finanziamento gratuito, particolarmente in quei settori di riqualificazione socio-ambientale che, nel Piano di ripresa e resilienza, presentavano, estesi margini di assegnazioni contributive proprio a favore dei Comuni, specie quelli del sud. Solo il vincolo della tempistica nell’esecuzione dei lavori, imposto al Dirigente, che tra l’altro ha pure il ruolo di RUP, è l’elemento che mette a coniugazione tutti i suoi richiamati provvedimenti, rivolti ad acquisire i progetti necessari per dar corso, immediatamente, ai conseguenti appalti. Per entrambe le opere, non è stato possibile riscontrare una pur indispensabile ricognizione di merito delle rispettive scelte d’intervento e, dunque, della loro valenza sociale ed efficacia funzionale, sia da parte delle Commissioni consiliari permanenti che dello stesso Consiglio Comunale, unico organo competente a disporre la loro messa in cantiere sulle aree che sono state individuate allo scopo. E, infatti, alla stregua di tutti gli altri lavori pubblici in programma, l’Assise civica si è occupata delle due questioni, solo in occasione dell’approvazione della scheda delle OO.PP., provviste di copertura finanziaria, in allegato al bilancio 2022, che sarebbero dovute essere avviate nel corso dello stesso anno, secondo quanto previsto dall’art. 21 del D.Lgs. 18.04.2016, n.50. Nessun altro vaglio politico-amministrativo risulta essere stato chiamato a fare il massimo Organo deliberativo cittadino nel merito dei due consistenti e costosi progetti in argomento.
Circa l’area pubblica di sosta sullo spiazzo da ricavarsi dalla demolizione dell’ex scuola materna “Giuseppina Pansini” ho avuto modo di trattare, diffusamente, con ben due diversi scritti rispettivamente dal titolo: “Un parcheggio pubblico al posto della scuola materna Giuseppina Pansini”, pubblicato il 24.09.2022 e, ancora, “Accelerata per il parcheggio di via Fossato”, pubblicato il 24.12.2022.
Ora la mia osservazione verte sulla vicenda della destinazione urbanistica dell’area, di circa 5.500 mq., in Zona C.4 del PRGC, identificata in Catasto al Fgl.2, Partt. nn. 1774, 1535, 1471,1794, 1809,1787, 1778, 1781 e 1776, recuperata alla proprietà comunale, ai sensi dell’art. 4 del D.M. 1444/1968. Il terreno di che trattasi, nell’attualità, è stato proposto per l’edificazione del plesso di educazione di prima infanzia, con l’intento di poter fruire dell’ammissione al contributo di € 2.400,000,00, poi riconosciuto dalla Direzione centrale di gestione del PNRR e dalla stessa accreditato al Comune con la notifica n. 90853 del 26.10.2022. E tanto lo riportano i provvedimenti, adottati dall’ing. Carrieri, dopo l’incameramento a bilancio 2022 della somma erogata, mediante i quali il Dirigente ha investito diversi professionisti esterni per la redazione del progetto esecutivo, nei diversi aspetti strutturali e funzionali del realizzando plesso edilizio, in grado di fornire efficienti servizi didattici per le fasce iniziali dell’infanzia.
In proposito va ricordato che la medesima area, originariamente, l’Amministrazione del prof. Natalicchio (2002-2012), con Delibera di Consiglio n. 41 del 24.09.2009, l’aveva assegnata, in comodato d’uso gratuito, all’ASL-Ba per costruirvi un polo unico dei servizi sanitari da finanziarsi con fondi regionali, con l’obiettivo di concentrare in quella località le varie sedi dislocate sul territorio distrettuale. Purtroppo, l’esaurirsi delle risorse della trance 2007-2013 e il ritardo ad approvvigionarsi di risorse attendibili ai Fondi europei P.O. FERS 2014-2020, costrinsero l’ASL-Ba a procrastinare la progettazione e, quindi, la costruzione del Centro poliambulatorio su quel sito. Tant’è che, poi, con l’elezione a Sindaco di Depalma, questi, allo scadere del suo primo mandato ritenne poter cedere, a titolo gratuito, la proprietà superficiaria dell’area stessa all’ARCA -Puglia Centrale – perché vi costruisse ben 35 alloggi popolari. Quel provvedimento, adottato dalla Giunta Depalma con Delibera n.81 del 9 maggio 2017, contravveniva nettamente con il dettato dell’art. 4 del D.M. 1444/1968 e delle NTA dello strumento urbanistico che prevedono che su detti terreni, ceduti al Comune con vincoli a standard delle intervenute edificazioni, vanno realizzate solo strutture di interesse per la collettività e non ulteriori fabbricazioni abitative, ancorché di tipo popolare. Tra l’altro, quella decisione non teneva in alcun conto della precedente assegnazione di quello stesso terreno all’ASL-Ba per la costruzione del centro polifunzionale di cui alla Delibera comunale, a iniziativa Natalicchio, n. 41 del 24.09.2009. Ciò nonostante Depalma ebbe a sottoscrivere il 17 maggio 2017, con l’Amministratore unico dell’ARCA, Dott. Giuseppe Zinchella, il protocollo d’intesa per la cessione a titolo gratuito dell’area su cui edificare 35 alloggi di edilizia popolare. Mentre un anno prima, il 20 luglio 2016, Depalma aveva sottoscritto altro Protocollo d’intesa, questa volta, con il Direttore dell’ASL-Ba, dott. Vito Montanari, cui faceva assegnazione dell’edificio non ultimato del Centro Civico per ivi trasferirvi, dopo la sua ristrutturazione, il polo sanitario che su indicazione di Natalicchio avrebbe dovuto crearsi sul suolo della Zona C.4. A questo confuso destino dell’area, assegnata parimenti ai due distinti Enti, Depalma pose fine, quando fece deliberare dal Consiglio Comunale, con atto n.22 del 10 maggio 2017, la cessione all’ASL-Ba della proprietà superficiaria del manufatto incompiuto del Centro Civico per ristrutturarlo e adeguarlo a Casa della Salute. Con quest’ultimo dispositivo della cessione superficiaria del Centro Civico all’ASL, in sostituzione dell’area in Zona C.4 del PEEP, precedentemente assegnata dal Sindaco Natalicchio, si procedette alla revoca della Delibera n. 41 del 24.09.2009, per cui si ebbe a confermare il titolo concessorio di quel terreno della C.4, in esclusiva, a favore dell’ARCA, che si era impegnata a costruire le 35 unità abitative per le famiglie bisognose.
Dunque, allo stato degli atti, è ancora in essere la cessione dell’area in Zona C.4 PEEP alla ARCA-Puglia- non essendo intervenuto alcun provvedimento di annullamento della D.G. n.81/2017, né, tanto meno, è stato reso privo di efficacia il relativo Protocollo d’intesa firmato il 17 maggio 2017 che vincolerebbe, tuttora, l’Ente – case popolari – a recuperare il necessario finanziamento per fabbricare i 35 alloggi cui si era impegnato con il Sindaco Depalma.
Per la qual cosa è del tutto incomprensibile che sia stato prospettato quel terreno in Zona C.4 del PRGC per l’insediamento della nuova scuola d’infanzia senza che si sia addivenuti alla risoluzione del rapporto esistente con l’ARCA e a rinunciare agli alloggi popolari di cui Depalma aveva, a quel tempo, garantito una sollecita consegna.
Per quel che attiene poi la costruzione del plesso per l’infanzia, non si può fare a meno di annotare l’accorgimento, pensato dal Dirigente, del frazionamento del progetto definitivo-esecutivo in ben 5 affidamenti diretti dei servizi di ingegneria, architettura, di valutazioni geologiche-sismiche e tecnico-ambientali ad altrettanti professionisti esterni, dal costo complessivo di circa € 300.000,00. Senza considerare la presunta spesa per la procedura dell’appalto dell’opera, una volta che l’intervento edilizio avrà avuto il via all’esecuzione.
La procedura cui si è avvalso il Dirigente, in questa circostanza, cioè di spacchettare le prestazioni ingegneristiche, direzioni esecutive e i servizi tecnico-specialistici, attinenti alla progettualità edificatoria, per incaricare più professionisti estranei all’Amministrazione, peraltro poco rispettosa delle disposizioni normative in tema di appalti pubblici. Atteso, infatti, il notevole valore complessivo dei singoli affidamenti di servizi, l’ufficio delle attività di progettazione sarebbe potuto essere considerato unitariamente al fine di poter utilizzare un sistema d’individuazione del progettista semplificato, e, magari, reperirlo attraverso una modalità concorsuale al fine di contenere la relativa spesa. Né, tanto meno, c’è stata una diversa tempistica nel recepimento dei finanziamenti a copertura dei servizi, in parola, tale da giustificare la stima separata degli stessi e relativa ripartizione di incarichi professionali che, tra l’altro, sono stati disposti in giorni ravvicinati l’uno dall’altro, tra il 22 e 29 dicembre scorso. Probabilmente, una scelta motivata forse dalla necessità di conseguire una contestualizzazione tra progettazione definitiva ed esecutiva oltre che della valutazione di fattibilità tecnica ed economica? Non è dato comprenderlo, purché questo non comporti un aggravio del procedimento e, comunque, una diseconomicità per il Comune, unico gestore dell’operazione.
E, dunque, con l’assunzione a debito di bilancio della suddetta spesa per gli oneri di progettazione (all’incirca € 300.000,00), sarà sufficiente la somma restante, di € 2.100.000,00, per l’opera di edificazione della fabbrica scolastica e per la fornitura delle specifiche attrezzature e arredi cui necessita dotarla, particolarmente con elementi interni ed esterni che abbiano una particolare valenza educativa?
Infatti, tutto quanto il materiale accessorio e di suppellettili, proprio per la loro specificità, dovrà essere considerato in termini di dotazione del complesso infrastrutturale con un dettaglio di spesa ben definito, né potrà essere computato nel bando di appalto come miglioria al manufatto edilizio. E’ da augurarsi, realisticamente, che il dott. Sollecito non ignori il risultato conseguito all’appalto per la riqualificazione infastrutturale della Casa di Riposo, San Francesco, e, quindi, decida di evitare di includere tra le clausole del bando di gara per l’appalto dei lavori, l’apporto delle migliorie, costituite dagli arredi interni ed esterni al plesso scolastico e di tutto quanto il materiale della didattica infantile, ai fini del giudizio selettivo delle imprese che vi concorreranno.
Giuseppe Maldarella