Si celebra oggi la XXXIV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. Il tema di quest’anno è preso dal libro del profeta Isaia:
“Uno sguardo nuovo” (Is 40,1-11)
Ogni anno, dal 1990, il 17 gennaio viene celebrata la Giornata del dialogo cattolico-ebraico, un momento di grande importanza per imparare a guardare l’altro con un cuore disarmato, riconoscendo il legame profondo tra le due comunità religiose. Si tratta di un particolare tipo di dialogo interreligioso che nasce dall’asimmetria dei due culti, dal momento che il Cristianesimo ha origini ebraiche e quindi gli ebrei sono stati definiti come “fratelli maggiori” dal Papa Giovanni Paolo II nel 1986 durante la sua visita alla sinagoga di Roma.
Nel 1960 l’incontro tra Giovanni XXIII e Jules Isaac offrì la possibilità di un dialogo. Tre anni dopo, il Concilio Vaticano II pubblicò la dichiarazione “Nostra aetate sulle religioni non cristiane”, condannando l’antisemitismo e rifiutando la teoria del deicidio. Giovanni Paolo II manifestò l’amicizia nei confronti degli ebrei, condannando senza appello l’antisemitismo e desiderando una nuova relazione tra cristiani ed ebrei. Nel 1979, in Polonia, visitò il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e nel 1987, per la prima volta nella storia, andò nella sinagoga di Roma dove fu accolto dal rabbino capo Elio Toaff. Anche Benedetto XVI visitò la sinagoga di Roma nel 2010 e Papa Francesco scelse il 17 gennaio 2026 – giornata dedicata dalla Conferenza episcopale italiana al dialogo ebraico-cristiano – per la sua visita alla sinagoga di Roma.
In Italia si è sempre mantenuto un solido legame di tolleranza nei confronti degli ebrei, nonostante le discriminazioni della legge razziale del 1938 e le persecuzioni fasciste. Su incitazione dello Stato attività ecumeniche e della Federazione delle amicizie ebraico-cristiane, la Conferenza episcopale italiana ha istituito la Giornata del dialogo con l’ebraismo, che si tiene ogni anno il 17 gennaio, vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Si tratta della prima iniziativa di questo tipo al mondo, ed è un segno dei progressi del dialogo ebraico-cristiano in Italia.
Antonio Calisi