Da più di cento anni ammiriamo questo meraviglioso dipinto del Sermone della Montagna (1877), realizzato da Carl Heinrich Bloch (1834 -1890) e custodito nel Museo di Storia Nazionale al Castello di Frederiksborg.
Il celebre pittore danese, che è ritenuto il più grande artista che abbia mai interpretato la vita e la morte di Cristo, ha voluto trasmettere l’idea di inclusione di diversi credenti che si riuniscono attorno a Gesù per ascoltare le sue parole.
Gli umili e i poveri assistono in adorazione; alcuni stringono le mani speranzosi. I loro compiti quotidiani vengono dimenticati mentre mettono da parte la cesta, la brocca d’acqua e il bastone. Alcuni sembrano interessati, ma scettici. L’uomo barbuto dietro la figura di Cristo, che sembra considerare e riflettere sulle Sue parole, potrebbe benissimo essere un autoritratto di Bloch. La fanciulla dalla veste e dal mantello dorato tenta con cautela di catturare una farfalla che si è posata sul velo bianco della donna.
Nel discorso della montagna possiamo assaporare l’essenza degli insegnamenti di Gesù, attraverso i quali il Nuovo Testamento e l’intera Sacra Scrittura diventano chiari.
Il Discorso di Gesù è una conversazione onesta, franca, diretta e aperta dove afferma che la vera felicità è la capacità di piangere ed essere confortati, mostrare misericordia e ricevere misericordia e avere un cuore puro per vedere Dio.
La gente ascoltava con entusiasmo il nuovo insegnamento di Gesù che non contraddiceva ciò che i profeti e la legge insegnava loro. Le parole di Gesù erano comprensibili ma misteriose, incoraggianti e stimolanti:
Gesù insegna a guardare più nel profondo del cuore, dove nascono gli omicidi e la lussuria e a non dare spazio al peccato. Ha insegnato a vivere al di sopra di tutte le cose terrene, a non giudicare ma a perdonare, a cercare il Regno dei cieli e a confidare nel Padre Celeste.
Antonio Calisi