Sono trascorsi undici anni esatti dall’1 marzo 2012, giorno della scomparsa di un immenso cantautore, compositore, polistrumentista e persino attore italiano, qual era il bolognese Lucio Dalla. Già da adolescente aveva ben chiare le sue inclinazioni artistiche, tanto che abbandonò gli studi di ragioneria e sin da bambino si dedicò al clarinetto e al sassofono, strumenti che lo hanno accompagnato, assieme al pianoforte, nella sua attività musicale cinquantennale, cominciata dapprima come autore di sole musiche; sarà, infatti, in una fase più matura che Dalla scoprirà il suo talento di fine e suggestivo paroliere, grazie al quale poté intessere numerosi sodalizi, spesso molto prolifici, ad esempio con Ron e Paola Pallottino.
Nonostante la formazione jazzista, nel corso degli anni attraversò diverse fasi musicali caratterizzate da una continua sperimentazione di musiche e ritmi, come la stagione beat d’influenza anglosassone, il pop e il soul, di cui diede prova anche al festival sanremese, al quale prese parte ben cinque volte con capolavori come “4/3/1943” (peraltro sua data di nascita), senza, però, ottenere vittorie. Fu presto chiaro che pubblico e critica non
- accoglievano positivamente le sue innovazioni, come l’inconfondibile modo di canto “scat”, proprio del jazz, ma riconducibile a più primitive forme di canto nero, in cui le parole vengono sostituite da sillabe senza senso e suoni onomatopeici; tuttavia, in tempi recenti ha ottenuto un riscatto non indifferente, vista l’istituzione al Festival di Sanremo di un premio a lui dedicato (“Premio Lucio Dalla”), volto a promuovere l’originalità e il genio compositivo degli artisti in gara.
La mancanza di un artista di tale spessore, padre di ventidue colonne sonore e protagonista di molti camei del cinema italiano, si fa sentire in maniera ancora più acuta oggi, in un momento storico e sociale imperniato di banalità, superficialità ed omologazione, in cui sarebbero di grande utilità i suoi manifesti di ribellione pacifica, rappresentati, ad esempio, dall’album e singolo del 1993 “Henna”, che si apre in tono perentorio con la frase “Adesso basta sangue”.
Maria Elide Lovero