Le giornate si allungano, il freddo lentamente lascia il posto ai tiepidi raggi di sole e le rondini riprendono il loro viaggio: sta tornando la primavera. Per celebrarla ho deciso di raccontarvi il mito del ratto di Persefone.
Persefone, figlia della dea delle messi e dei raccolti Demetra e di Zeus, un giorno era intenta a raccogliere dei fiori in compagnia di alcune ninfe quando all’improvviso un narciso di strabiliante bellezza catturò il suo sguardo. La ragazza si chinò per coglierlo e in quello stesso momento si aprì una voragine da cui apparve Ade che, invaghito da tempo della sua bellezza, la rapì.
Il dio degli inferi, allora, per tenerla a sé le offrì un melograno, simbolo dell’unione e del matrimonio, di cui Persefone assaggiò solo sei semi: la fanciulla forse ignorava che chi mangiava un frutto nell’aldilà era costretto a rimanervi per sempre. Nel frattempo, Demetra, straziata dalla perdita, partì alla ricerca della figlia e, non ricevendo aiuto da nessuno, impedì alla terra di germogliare per diverso tempo, così da affamare gli uomini. Zeus, che in realtà aveva tacitamente permesso tutto, fu dunque costretto ad intervenire e decise che Persefone sarebbe rimasta sei mesi negli inferi, periodo di tempo corrispondente al numero di semi mangiati, e altri sei con la madre.
Il giorno in cui Demetra poté riabbracciare la figlia, la terra prese di nuovo a fiorire e nacque la primavera.
Diverse sono le fonti a cui i greci attinsero per formulare il mito -quella sumera su tutte-, come diverse sono le possibili interpretazioni: per lungo tempo Persefone è stata ritenuta una ragazzina svampita, in balìa del destino e di chi, a turno, si faceva suo protettore.
Interpretazione, questa, che sembra non considerare che Persefone fosse una dea (peraltro figlia di due delle divinità più potenti di tutto il pantheon greco) e in quanto tale dotata di intelligenza e furbizia notevoli. Magari la scelta di cogliere il fiore e di gustare il frutto simbolo del matrimonio non è stata una semplice casualità, così come sposare Ade e diventare regina degli inferi può non essere stata una forzatura.
E chissà se la vera regista di tutta questa storia non sia stata proprio Persefone… Chissà…
Simone Lucarelli