Nato nel 600 a.C. a Priene, polis appartenente alla Grecia jonica, Biante fu un personaggio centrale della vita sociale e politica del tempo.
Dedicò infatti la propria esistenza al raggiungimento della concordia civile tramite l’attività oratoria: infatti ogni volta che era chiamato a difendere un cittadino cercava di scegliere sempre quello che lui riteneva più giusto. Da questa sua propensione nacque il detto “è una causa che si addosserebbe Biante”.
Era, tra l’altro, un grandissimo amante della poesia. È stato tramandato che avesse composto più di duemila versi sui temi più disparati, dei quali però è rimasto solo un piccolo frammento riportatoci da Diogene Laerzio:
«Sforzati di piacere a tutti i cittadini
della città ove tu abiti.
Ne avrai la maggior gratitudine:
mentre un contegno altero
spesso pene dannose ti procura.»
Anche il modo in cui morì (530 a.C.) è degno di nota: fattosi trasportare in assemblea per difendere un suo amico, proclamò l’ultima concitata l’arringa e si appoggiò sul petto del suo nipotino, ove spirò mentre il giudice decretava incolpevole l’assistito di Biante. La città lo onorò con un grande funerale, dedicandogli anche un tempio.
Simone Lucarelli