Senza dubbio le feste di matrice religiosa rappresentano buona parte del patrimonio tradizionale italiano. Un’espressione di fede, certo, ma anche eventi dal forte significato sociale e vincolo di appartenenza alla comunità. Tra queste vi è sicuramente la Pasqua.
La festa ricade in date diverse a seconda della religione e del calendario adottato: nella tradizione cattolico-cristiana la Pasqua è una data mobile che ricade generalmente in una domenica compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile; La Pasqua ebraica, invece, si celebra in una data diversa da quella cristiana.
Diversi sono nel nostro paese celebrazioni e riti. Vi è ad esempio la processione del Cristo morto che avviene il Venerdì Santo a Chieti, risalente all’842, considerata la più antica d’Italia insieme a quella di Orte, in cui vi partecipano centinaia di figuranti e 13 congregazioni dei fedeli. Per quanto riguarda la nostra regione invece, particolarmente sentita è la rappresentazione del Giovedì e Venerdì Santo a Taranto: consta di tre processioni lente e suggestive.
Ma la Pasqua non è solo legata a riti religiosi. In tutto il mondo essa simboleggia il risveglio della primavera dove tradizioni religiose e pagane si intersecano con diverse sfumature da Paese a Paese. Come avviene in Germania ad esempio. Qui il significato di “Pasqua” (Ostern) si distacca dalla derivazione ebraica (Pèsach o Pesah) per riferirsi invece a Eostre, dea pagana della Primavera. Infatti durante la Settimana Santa si addobbano le case con ramoscelli d’ulivo e uova dipinte, si fanno grossi falò con i rami secchi (un saluto all’arrivo della primavera), durante la domenica di Pasqua poi, la tavola viene imbandita con uova di cioccolato, agnello e molti dolci.
In altri paesi, come l’Olanda, è molto diffusa la caccia alle uova: la tradizione vuole che i genitori nascondano le uova colorate e decorate in casa o in giardino per scatenare una sorta di caccia al tesoro per i bambini.
E’ importante sottolineare come le tradizioni di Pasqua nel mondo siano entrate a far parte anche del mondo scolastico. Per la scuola primaria in particolare esse sono fonte inesauribile di ispirazione e tante sono le filastrocche che aiutano a scoprire curiosità e particolarità delle tradizioni pasquali nel mondo.
Per noi sicuramente quelle più famose sono quelle di Gianni Rodari, come il “pulcino marziano”, oppure “l’ulivo benedetto” di Giovanni Pascoli.
Ma non mancano le filastrocche in altre lingue, occasione imperdibile per insegnare ai più piccoli idiomi diversi. Come ad esempio:
Easter is Love, Peace and Fun
With my Daddy and my Mum
May this Easter be so funny
With the smiling Mr. Bunny!
Angelica Caputo