Solone nacque ad Atene nel 640 a.C. presso la famiglia aristocratica dei Medontidi.
Entrò in politica verso il 600 svolgendo subito un ruolo importante. In quegli anni, infatti, Atene e Megara si contendevano l’isola di Salamina, ma la situazione, che era in un punto morto a causa di una legge che condannava a morte tutti gli ateniesi desiderosi di vincere, fu sbloccata proprio da Solone. Egli fingendosi pazzo -per non essere perseguito-, declamò in pubblico un’elegia con lo scopo di aizzare i combattenti; la strategia funzionò e il nostro, nominato a capo dell’esercito, conquistò l’isola temporaneamente.
Verso il 590 poi fu eletto arconte “pacificatore” (dal greco διαλλακτής) con l’obiettivo di appianare gli scontri sociali tra la classe aristocratica e il popolo: riformò il sistema monetario e abolì la schiavitù per debiti, divise il popolo in classi di reddito e creò due nuove istituzioni popolari, il consiglio dei quattrocento, la boulè, e il tribunale popolare, l’Eliea; inoltre, fece scrivere le leggi su delle tavolette di legno che poi furono affisse per la città.
Solone, come si evince dai numerosi versi conservati, credeva nell’equilibrio tra le parti: evitava qualsiasi estremismo, sia in politica sia nella quotidianità, e per questo alcuni gli attribuirono impropriamente una delle massime delfiche più importanti di tutta la grecità: “μήδεν ἄγαν”, nulla di troppo.
Simone Lucarelli