Il Teatro “Umberto Giordano” di Foggia

Storia del più antico teatro di Puglia ancora esistente

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Foggia, il capoluogo della Capitanata, è una delle città più importanti della Puglia. Nonostante i tanti problemi legati alla criminalità organizzata, problemi che spesso ne oscurano ingiustamente il nome, sono tante le eccellenze che troviamo in questa città. Tra queste sicuramente spicca il Teatro “Umberto Giordano”, dedicato al celebre compositore foggiano.

A Foggia le rappresentazioni teatrali hanno avuto sempre una certa importanza: fin dall’età Sveva, quando la città divenne sede imperiale, passando per il Quattrocento, quando fu potenziata la Regia Dogana delle Pecore, per finire al Settecento, il centro della Capitanata fu sempre frequentato da un gran numero di persone e mercanti, posta com’era al centro dei traffici del Regno di Napoli. Ciò comportò la nascita di teatri provvisori, solitamente in concomitanza degli eventi fieristici, e, più tardi, delle prime sale teatrali gestite da privati.

Tale iniziativa privata fu sostituita durante la dominazione francese dall’Amministrazione dell’Intendenza di Capitanata che, al ritorno dei Borbone, si occupò della realizzazione del Real Teatro Ferdinando, progettato in stile neoclassico da Luigi Oberty, e inaugurato il 10 maggio 1828. In questo modo, il teatro di Foggia risulta essere il più antico teatro pugliese ancora esistente, anche se non il più antico in assoluto: fino al 1958, infatti, esisteva il Teatro “San Ferdinando” di Trani, costruito circa 30 anni prima, nel 1793, ma pesantemente danneggiato dai bombardamenti del Secondo Conflitto Mondiale e poi demolito.

Dopo un ventennio di ininterrotta attività e dopo una pausa della programmazione dovuta agli eventi risorgimentali, il teatro riapre col nome di “Teatro Dauno”. Tuttavia, non riuscendo a fronteggiare l’elevata richiesta di partecipazione, inizia un periodo di decadenza che culmina con la chiusura per inagibilità nel 1868.

Alterne vicende caratterizzano l’esistenza del teatro, che nel frattempo cambia nome nel 1928, quando viene intitolato al celebre compositore foggiano Umberto Giordano, autore, tra le altre opere, dell’“Andrea Chenier”. Tuttavia, la forte concorrenza esercitata dalle sale cineteatrali, diffusesi anche a Foggia già dalla Belle Époque, e i pesanti danni subiti durante il ’43, portarono il teatro a un nuovo declino; tale situazione stava per determinare la definitiva scomparsa della struttura durante gli anni ’50, quando un progetto intendeva addirittura demolire l’antico teatro, idea fortunatamente scartata.

Una rinascita del teatro si ha nel corso degli anni Settanta, e tale convergenza positiva continua fino al 2006, quando cessa ancora una volta l’attività a causa di problemi strutturali. Il teatro ha finalmente riaperto i battenti nel 2014, con l’esibizione dell’Orchestra Cherubini diretta dal Maestro Muti.

Il teatro, anche se rimaneggiato nel corso del tempo, presenta elementi e decorazioni di chiaro stampo neoclassico, a partire dalla facciata che si apre con tre fornici sull’ampia piazza antistante. Il foyer è decorato da pregevoli affreschi che rappresentano figure mitologiche. Frontalmente si pone l’accesso alla sala, a forma di ferro di cavallo come tutti i teatri all’italiana, caratterizzata da tre ordini e un loggione e arricchita da stucchi, anche se le decorazioni della volta non sono più esistenti. Al piano superiore si trova, invece, l’ampia Sala Fedora, ex Salone degli specchi, dove sono conservati il pianoforte di Umberto Giordano e i costumi di scena dell’opera “Fedora” dello stesso compositore. Il vasto ambiente, anch’esso in stile neoclassico, è decorato lateralmente da alcune statue raffiguranti i sovrani di casa Borbone Francesco I, Ferdinando II, Maria Isabella I e Maria Teresa.

Giuseppe Mennea

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