Racconti dalla Puglia abbandonata – Masseria Madia Diana

Un'antica struttura medievale circondata dalla Zona Industriale di Bari

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Può un’antica masseria del XIII secolo essere abbandonata e completamente circondata da capannoni industriali? Evidentemente sì, ed è il paradosso che vive la masseria di Madia Diana di Modugno fin dagli anni ’60.

L’antica struttura agricola rappresenta l’ultimo edificio esistente di un antico complesso rurale denominato Lucignano e sorge, attualmente, nel bel mezzo della Zona Industriale, a ridosso tra Bari e Modugno, nelle adiacenze di un parcheggio di uno dei tanti capannoni industriali che sorgono nell’area.

L’edificio, che sorge al centro di un campo incolto, comprende una serie di ambiente tipici della masseria fortificata. Si articola attorno ad alcuni spazi interni, tra i quali una corte e un agrumeto. In particolare, sulla corte si affaccia, assieme ai depositi e alle stalle, la parte più antica dell’edificio, rappresentata dalla torre medievale che fungeva da campanile della cappella annessa alla masseria. Questa, dedicata a San Felice, pur presentando alcuni elementi interessanti come una bifora e una cupola coperta a chiancarelle, risulta essere comunque snaturata, presentando alcuni rifacimenti e stucchi probabilmente di fine Ottocento/inizio Novecento.

Tramite una serie di androni, si raggiunge la facciata posteriore della struttura, caratterizzata dalla presenza delle garitte difensive, ormai completamente ricoperte dall’edera. Mediante una scala che conduce a una sorta di loggiato coperto, si accede al piano superiore della masseria, caratterizzato da un susseguirsi di ambienti voltati a botte e a crociera ormai completamente spogli, fatta eccezione per i pavimenti in cementine. Degna di nota è, poi, la cucina, che è quasi completamente integra e presenta residui di vecchie maioliche.

Anche se gli ambienti superiori della torre medievale sono inaccessibili perché murati, si riesce comunque a raggiungere la terrazza dell’edificio mediante una scala interna all’abitazione. Da qui si può contemplare una visuale a 360 gradi sulla zona industriale che ha pian piano divorato i terreni che originariamente circondavano l’edificio.

A pertinenza della struttura dovrebbe esistere anche un antico frantoio ipogeo, di cui, però, non si riesce a individuare l’ingresso a causa della vegetazione.

Giuseppe Mennea

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