Numerosissimi sono i personaggi storici che hanno, nel tempo, assunto un ruolo più o meno importante nei confronti del nostro territorio ma dei quali, oggi, quasi nessuno si ricorda, come l’esempio di cui abbiamo parlato nell’articolo su Villa Tamborino. Il caso che analizzeremo oggi è quello del Barone Nicola Melodia, già senatore del Regno d’Italia, di cui daremo alcuni cenni biografici per poi “visitare” virtualmente la sua dimora estiva.
Nicola Melodia nasce nel 1840 ad Altamura. La sua famiglia, uno dei più importanti casati di possidenti della città murgiana, contava tra i suoi esponenti numerosi giudici reali. Il Melodia visse nel periodo di maggior fervore delle campagne unitarie, e per tale motivo prese parte ai moti risorgimentali come volontario, per poi divenire Capitano nell’esercito e, in seguito, Segretario di Camillo Benso Conte di Cavour. Si distinse particolarmente durante la battaglia del Volturno.
Dopo l’Unità, divenne deputato del Regno, ricoprendo incarichi per conto del Ministero degli affari esteri. Fu eletto senatore nel 1892, militando sempre ed esclusivamente per la sinistra storica, salvo poi aderire al fascismo. Fu, durante il Primo Conflitto Mondiale un fervido interventista, nonostante tutti i suoi figli e nipoti fossero impegnati al fronte. Nel frattempo, riuscì a conseguire una laurea in lettere e filosofia. Ricoprì finanche la carica di vicepresidente del Senato per ben dieci anni, dal 1919 al 1929, anno della sua morte.
Da ricordare è senz’altro il suo impegno per la realizzazione della rete ferroviaria nella zona dell’altipiano murgiano e nella Valle dell’Ofanto, nonché per la messa in opera dell’Acquedotto Pugliese.
Nonostante i suoi impegni istituzionali lo tenessero impegnato per la maggior parte del tempo a Roma, il Barone disponeva di una serie di residenze in Puglia, tra le quali la villa omonima, attualmente abbandonata, che sorge nell’agro a confine tra Trani e Corato.
La struttura sorge sulla Via Vecchia Corato poco oltre Masseria Beltrani, e presenta a ridosso della strada un boschetto di querce, attraversato da due sentieri simmetrici. Un grande slargo si pone tra il boschetto e l’edificio, che presenta una facciata neoclassica color crema. La stessa facciata si divide idealmente in tre parti, di cui quella centrale di dimensioni maggiori e decorata da un timpano, che reca lo stemma della famiglia.
La struttura si sviluppava, almeno originariamente, su due livelli, cui si aggiungeva il seminterrato. Allo stato attuale, il piano superiore è completamente crollato, per cui i pochi ambienti visitabili si riferiscono essenzialmente al piano terra. Lo stato dei luoghi, oltre che la presenza di alcuni residui di carta da parati molto antica, suggeriscono che probabilmente la struttura venne abbandonata poco dopo la morte del Barone, al massimo all’inizio degli anni Cinquanta.
L’accesso è possibile esclusivamente dal retro della struttura, dove si può osservare una coppia di finestre festonate. Uno dei pochi ambienti a rimanere (quasi) integro è la cappella della villa: essa presenta una bella cupola decorata a stucco e ciò che resta dell’altare, quasi sicuramente trafugato. Sull’ingresso dell’ambiente si trova una targa in pietra che ricorda la figura del Barone Melodia.
Parallelamente alla cappella, si trova un corridoio che conduceva agli altri ambienti dell’edificio: da un lato il salone, completamente collassato su sé stesso, dall’altro le scale per il piano superiore, dalle quali sono stati asportati finanche i gradini.
Ben poco rimane, quindi, dell’antica dimora, come anche della figura del Barone, che pur tuttavia tanto si adoperò per il nostro territorio.
Giuseppe Mennea