È scomparsa ieri Jane Birkin, attrice, cantante e regista britannica naturalizzata francese.
Un’icona di moda che col suo stile androgino (caratterizzato da un jeans e una t-shirt bianca) ha inventato un nuovo modello di femminilità attuando un’importante rivoluzione per l’epoca.
A soli 20 anni è divenuta celebre per una comparsa, completamente nuda, nel film di Michelangelo Antonioni “Blow-Up”, vincitore della Palma d’oro a Cannes nel 1967. L’anno dopo sbarcò in Francia in cerca di fortuna e sul set di “Slogan” conobbe Serge Gainsbourg, anche lui attore, cantante e regista. La loro relazione fu al centro dell’attenzione dei media e della vita mondana francese degli anni ’70, molto più audace e scandalosa, per quanto alla pari iconica, rispetto a quella dei colleghi Alain Delon e Romy Schneider che hanno recitato al suo fianco nel film di culto “La piscina”(1969). Infatti, Jane e Serge collaborarono anche musicalmente nel duetto “Je t’aime… moi non plus” che suscitò scandalo per un testo che descriveva un rapporto sessuale e che conteneva dei gemiti della Birkin. I due, genitori di Charlotte, oggi celebre attrice e regista, rimasero insieme fino al 1980. Proprio a partire dagli anni ’80, Birkin divenne compagna e musa del cineasta Jacques Doillon. Nei film da lui diretti, lei ha avuto l’occasione di interpretare ruoli di spessore e più profondi rispetto alle commedie precedenti.
La regista esponente della nouvelle vague Agnès Varda l’ha resa protagonista del documentario “Jane B. par Agnès V.” nel 1988, nato a seguito di una conversazione tra le due riguardo le perplessità della Birkin sull’invecchiare. La figlia Charlotte, invece, ne traccia un ritratto intimo in “Jane by Charlotte” del 2021.
Sofia Fasano