Oggi 18 luglio, nel 1988, perdeva la vita la cantante eterea Nico – nome d’arte di Christa Päffger – a seguito di una caduta da bicicletta sull’isola di Ibiza dov’era in vacanza col figlio. Infatti, lei ed Ari si erano recati qui in cerca di un po’ di pace dalle loro vite segnate dall’uso della droga: lei si stava disintossicando riacquistando abitudini sane come l’esercizio fisico (ecco l’uso quotidiano della bicicletta) e il figlio era da poco stato dimesso da una clinica in seguito a un tentato suicidio.
Nico fu un’artista protagonista della scena anni ’60 e ’70: dopo una breve carriera da modella (prima in Germania, suo Paese natio, poi a Parigi presso la maison Chanel), recitò ne “La dolce vita” di Fellini e collaborò a New York con i Velvet Underground nel ruolo di chanteuse nell’album “The Velvet Underground and Nico” prodotto da Andy Warhol – il quale era ammaliato da Nico che frequentava la Factory – che contiene alcune tra le ballate più memorabili come “All tomorrow’s parties” e “Femme fatale”, prima di avviare una carriera da solista. Che non ci si riferisca a lei come la musa di Lou Reed né di chiunque altro, Nico ha inventato il genere del gothic rock ed era soprannominata “la sacerdotessa delle tenebre” per le sue vibes tetre e misteriose.
La regista italiana Susanna Nicchiarelli nel 2017 ha diretto un biopic sulla figura di Nico, precisamente a partire dalla sua trasformazione da elfica principessa bionda a valchiria del rock dai capelli scuri in età adulta.
Sofia Fasano