In ricordo della prematura scomparsa di Michela Murgia, avvenuta il 10 agosto 2023, ritengo doveroso scrivere qualche riga che offra l’immagine di una figura culturalmente valida, battutasi per proporre i suoi ideali attraverso la politica e la letteratura. Nata a Cabras, in Sardegna, nel 1972, Michela Murgia condusse studi teologici e svariati lavori fra cui la portiera d’albergo, la cameriera e per alcuni anni insegnante di Religione Cattolica. Il suo debutto come scrittrice con il libro “Il mondo deve sapere” (Romanzo tragicomico di una telefonista precaria) avviene nel 2006; si tratta del diario personale di una venditrice di aspirapolveri Kirby, mestiere che ella svolse per davvero. Si palesò a tutti con questa prima opera il talento dal sapore neorealista della Murgia, tanto che Paolo Virzì ne trasse il film “Tutta la vita davanti”, uscito nelle sale nel 2008, il quale vanta nel
cast Valerio Mastrandrea, Isabella Ragonese, Elio Germano, Sabrina Ferilli e Micaela Ramazzotti. Una giovane laureatasi brillantemente si trova a far fronte ad un momento di crisi, determinato dalla scoperta del regno di dinosauri (e figli di dinosauri) che regna nel mondo accademico così da chiuderle tutte le porte, la malattia terminale della madre e una delusione amorosa infertale con cinismo. Nella speranza di un avvenire più radioso, comincia a lavorare con successo nella vendita telefonica di aspirapolveri, in cui la ricerca del lavoro rappresenta il desiderio di fuga da una realtà precaria, in cui il pesce grosso mangia il piccolo e si è solo numeri per giunta sfruttati. L’umanità e l’ironia con cui la Murgia e Virzì hanno dipinto una realtà dalle venature drammatiche sono valse alla pellicola 7 candidature e la vittoria di due Nastri d’Argento e 4 candidature ai David di Donatello.