Il Vanvitelliano Palazzo Baronale De Gemmis

Immobile di pregio nella vicina città di Terlizzi

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Una delle strutture più belle e visitate del Sud Italia è sicuramente la Reggia di Caserta: con i suoi giardini e saloni, è una delle più belle dimore borboniche ancora esistenti. Ma esiste un elemento che lega la Reggia a un edificio poco conosciuto della vicina città di Terlizzi. Stiamo parlando del Palazzo Baronale De Gemmis, che con la Reggia di Caserta condivide il progettista: il celeberrimo architetto Luigi Vanvitelli.

L’Architetto napoletano, autore, oltre che della Reggia, dei progetti che riguardano l’Acquedotto Carolino e parecchie Ville del Miglio d’Oro, oltre che numerosissimi palazzi e piazze del centro storico partenopeo, fu presente e attivo in più occasioni nella nostra regione. Ad esempio, fu incaricato dell’ampliamento delle saline di Barletta, oggi pertinenza di Margherita di Savoia, ma anche del rifacimento della Dogana di Foggia. Alla sua scuola è attribuita anche la decorazione del Palazzo Coccia di Cerignola.

A Terlizzi fu assoldato dal potente casato dei De Gemmis, nella persona di Tommaso, governatore del feudo di Terlizzi per conto dei Grimaldi di Monaco. La famiglia aveva in passato abitato nei pressi della famosa torre normanna, che sorge sulla piazza principale della cittadina. Dopodiché, per caso, si presentò l’occasione di acquistare un appezzamento di terreno sulla vecchia Strada degli Osservanti, attuale Via Vittorio Emanuele: il bel lotto, ad angolo sullo svincolo per Molfetta, bene si presentava all’edificazione di un imponente edificio di rappresentanza, degno del nome della famiglia.

Fu così che si procedette alla realizzazione del moderno edificio, in forme a metà strada tra il rococò e il neoclassico. Il palazzo, ancor oggi di proprietà del casato, si sviluppa su tre livelli. Il piano terra è decorato da bugnati di diversa fattura, con la presenza di quattro ingressi oltre il portale principale. Gli ingressi minori presentano decorazioni a bassorilievo e delle finestre dalle forme tondeggianti che alleggeriscono la facciata.

Il portale principale è il vero elemento di pregio dell’edificio. Presenta dei pilastri dalle forme trapezoidali, impreziositi da decorazioni simili a quelle delle altre aperture del pian terreno. Dai capitelli compositi partono due volute, che vanno a sorreggere la balaustra centrale del primo piano, che va a sua volta ad incorniciare la finestra principale, l’unica centinata di quelle decorate da timpani triangolari. Al di sopra di tale finestra centinata si colloca il grande stemma della famiglia, che domina l’intera strada.

Le altre finestre del primo piano, tutte timpanate, presentano un’alternanza di decorazioni: quelle laterali più articolate, quelle intermedie meno. Si innestano in posizione allineata rispetto alle aperture del piano terra. Il primo piano e il secondo piano se caratterizzano, comunque, per l’assenza del bugnato, anche se il taglio delle pietre risulta regolare.

L’ultimo piano, che fa da base per il sottotetto, è molto semplice, tant’è che le stesse finestre non presentano alcuna forma di abbellimento o decorazione.

La facciata laterale del palazzo si affaccia, poi, sulla chiesa di Santa Maria la Nova, che assurge alla funzione ideale di pantheon del palazzo stesso.

Giuseppe Mennea

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