Mercoledì 6 settembre, all’Arena di Verona è stata messa in scena la quinta e ultima rappresentazione della Carmen di Bizet, un’opera comica in quattro atti con libretto di Henri Meihac e Ludovic Halévy.
La regia e le scene sono di Franco Zeffirelli, il geniale artista fiorentino che si caratterizza per un impatto incredibile dell’insieme e al contempo per la cura del più piccolo dettaglio, come gli emblematici e coloratissimi stracci che fungono da tende per chiudere il palcoscenico tra un atto e l’altro. Il regista regala al suo pubblico un disegno realistico di una Siviglia in cui ogni angolo pullula di vita: audaci soldati di cui alcuni su trottanti cavalli; seducenti gitane e sigaraie; dolci bambini (il coro di voci bianche Alive diretto da Paolo Facincani) che marciano e cantano; rudi briganti che si affastellano nella piazza o prima della corrida e bravissimi ballerini di flamenco (il corpo di ballo della Compañia Antonio Gades, coadiuvato da Stella Arauzo). A queste colorate scene di insieme si alternano momenti più pacati in cui sono presenti meno attori sul palco e i colori si fanno più soffusi, come quando Carmen legge le carte del suo destino nefasto sulle alture rischiarate dalla luna o le tragiche e incalzanti scene tra la zingara e il geloso Don Josè. Particolari anche i costumi sontuosi ed eleganti, curati da Anna Anni e le coreografie di El Camborio che hanno accompagnato tutto lo spettacolo, in particolare nel momento di transizione tra il terzo e quarto atto, in cui due gruppi, uno a destra e l’altro a sinistra del palco, si sono sfidati in un’abilissima gara di ballo, suscitando un sentito e caloroso applauso del pubblico.
Al successo di quest’opera hanno contribuito anche cantanti di gran calibro: i due grandi protagonisti, Carmen, la zingara ribelle e seducente che conquista i cuori di tutti, interpretata magistralmente dalla voce calda e decisa del mezzosoprano francese Clémentine Margaine, e il tenore Vittorio Gricolo nel ruolo dell’appassionato Don José, follemente innamorato della zingara, sebbene all’inizio riluttante alle sue seduzioni. Poi un altro personaggio cardine è il toreador Escamillo, nemico in amore di Don Josè, impersonato in maniera elegante dalla voce possente di Luca Micheletti. Un’altra notevole esibizione è stata quella del soprano Gilda Fiume, dalla voce limpida e dolce, che incarna Micaela, una ragazza dolce e ingenua, promessa sposa di Don José.
Ottima esibizione anche dei ruoli di fianco, impersonati da giovani artisti di talento: Sofia Koberidze e Cristin Arsenova nel ruolo delle civettuole amiche di Carmen, Mercédès e Frasquita; Jan Antem e Didier Pieri rispettivamente i rissosi contrabbandieri Dancairo e Remendado; Giorgi Manoshvili che ha interpretato il luogotenente Zuniga e Nicolò Ceriani, il sergente Morales.
A dare tono e struttura a tutte le scene è stata fondamentale la magistrale e puntuale direzione di Daniel Oren e il bravissimo coro coadiuvato dal maestro Roberto Gabbiani.
Un’opera incredibilmente riuscita e sempre emozionante che ha coinvolto e commosso il pubblico donandogli una fresca serata di settembre all’insegna della bellezza dell’arte e della musica, nella speciale e suggestiva location dell’Arena di Verona.
Martina Ragone