Ecco come, da mesi, si presenta, transennato, per quasi tutta la sua lunghezza, il tracciato stradale tra la litoranea della Trincea e Via Molfetta. Nella notte di uno dei primi giorni di marzo scorso, a causa d’infiltrazioni di acque meteoriche, accadeva il crollo di parte della muratura, in pietra locale, che perimetra l’area cimiteriale della terza Zona. Per la circostanza si provvedeva immediatamente a mettere in sicurezza il sistema stradale del posto, rimuovendo tutto il materiale sparso sulla carreggiata e riducendo la corsia di transito con una barriera new jersey in cemento, corredata da una rete metallica di recinzione per impedire l’intrusione nello spazio a rischio di crollo.
Anni addietro, sempre lungo quel confine, ci fu un altro crollo cui si pose rimedio con un importante intervento di rifacimento del tratto di muratura compromesso e di completa ricostruzione del filare di loculi sulla corrispondente sezione muraria interna in ambito dell’area sepolcrale. A seguito dell’ultimo accadimento, finora, non è stata attivata alcuna opera di rifacimento del muro, ancorchè la riparazione di quella parete si sarebbe potuta eseguire ricorrendo alla procedura prevista per gli interventi di somma urgenza. Il crollo del muro, evento del tutto imprevedibile, giustificava l’immediata messa in opera del rifacimento, potendo attingere, per la copertura della relativa spesa, al fondo fuori bilancio, allo scopo di ripristinare la regolarità della circolazione veicolare su una strada molto trafficata nel periodo estivo, ormai, alle porte.
Si è, invece, soprasseduti alle opere di ricostruzione della parte pericolante, per cui ci si è limitati a mettere in essere quelle misure indispensabili a ristabilire il collegamento stradale su un’unica corsia, circoscrivendo e isolando quella adiacente al muro a rischio di crollo, ai fini della pubblica sicurezza.
E, dunque, tutto è rimasto tale come d’allora. Né sembra sia stato disposto di approntare un progetto di risistemazione del muro per procedere, una volta trovata la copertura finanziaria, ad appaltare l’intervento.
Perché in questi mesi non si è badato a risolvere quell’inconveniente o, per lo meno, ad avviare un preliminare progettuale per stabilire i costi delle necessarie opere di riparazione?
Eppure, la manutenzione del patrimonio pubblico costituisce un’attività obbligatoria, tanto che la sua omissione comporta responsabilità per la struttura gestionale comunale.
Tante, invece, sono le opere pubbliche di cui ci si vanta di aver dato impulso e, perfino, in via d’esecuzione, mentre il rischio di crollo del muro del cimitero è ancora lì, attuale.
E’ bene chiarirlo: la riparazione della parete cimiteriale comporta sicuramente una spesa di qualche centinaio di miliaia di Euro, da finanziare con risorse del bilancio comunale. Per tutte le nuove costruzioni in cantiere, come anche i tanti lavori di manutenzione straordinaria dei beni demaniali, invece, il Comune ha potuto beneficiare di ingenti finanziamenti sia dalla Regione come anche dalla Città metropolitana e, per lo più, dai Fondi di sviluppo europei e PNRR..
Per questo, senza un apporto di risorse delle casse comunali, il consolidamento e rifacimento della parete del cimitero non è fattibile.
Chissà se, nella determinazione del bilancio di previsione per il prossimo anno, l’autorità di governo vorrà ritenere prioritaria questa operazione e, quindi, inserire una voce di spesa, ad hoc, nel bilancio di previsione, in modo da includerla nel programma annuale delle Opere Pubbliche da allegare al piano finanziario 2024.
Giuseppe Maldarella