Gli hikikomori e la fede: un aiuto possibile

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“Hikikomori”, termine giapponese che significa “stare in disparte”, viene utilizzato per indicare coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, rinchiudendosi nella propria abitazione ed evitando qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta anche con i familiari.

Gli Hikikomori sono soprattutto giovani tra i 14 e i 30 anni, maschi nel 70-90% dei casi. Le ricerche condotte sinora dal governo giapponese hanno riconosciuto oltre 1 milione di casi, con una larghissima rilevanza anche nella fascia di cittadinanza con più di 40 anni perché la condizione tende a diventare cronica consolidandosi per tutta la vita. Alla base di questa situazione c’è un malessere adattivo sociale dove gli adolescenti dimostrano una forte ansia sociale, stentano a rapportarsi con i compagni della stessa età e di adattarsi alla società. Sono spesso ragazzi molto intelligenti ma di carattere riservato e introspettivo, sensibili e impediti socialmente, persuasi di stare meglio da soli e lontani da tutti.

Già Papa Francesco in una lettera del 14 settembre 2017 indirizzata ai Vescovi del Giappone sottolineava i diversi problemi che destano preoccupazione causate da una limitata partecipazione dei fedeli laici alla vita di fede riferendosi, tra l’altro, ai giovani  che scelgono di vivere totalmente sganciati dalla vita sociale, al relativismo morale, all’indifferenza religiosa, all’ossessione per il lavoro e il guadagno.

In Italia l’attenzione nei confronti degli hikikomori sta aumentando, infatti, sembra non essere una sindrome culturale esclusivamente giapponese, ma un disagio adattivo sociale che riguarda tutti i paesi economicamente sviluppati del mondo. Nel nostro paese non ci sono ancora dati ufficiali, ma si stima ci siano circa 120.000 casi.

La fede può essere un importante supporto per le persone affette da hikikomori che offre alla persona una visione della vita che può aiutarla a trovare un senso e un significato alla sofferenza. La fede sicuramente fornisce un senso di appartenenza a una comunità di persone che condividono i suoi valori e le sue convinzioni e un modello di vita positivo, fondato sui valori dell’amore, della compassione e della giustizia, aiutando la persona a trovare un significato alla sofferenza e a dare un senso alla sua vita.

Numerose sono le azioni concrete che possono essere messe in atto dalla comunità cristiana per aiutare gli hikikomori tra i quali offrire un supporto spirituale da parte dei sacerdoti e dei laici e promuovere la partecipazione a gruppi di preghiera.

La fede è un potente strumento di cura e di rinascita che offre un senso di speranza e di possibilità, che aiuta a trovare la forza per affrontare le sfide della vita.

Antonio Calisi

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