Oggi ricorre il centenario della fondazione della Turchia.
Il 29 ottobre 1923 Mustafa Kemal fonda la Repubblica di Turchia. Siamo alla fine della Prima guerra mondiale, l’Impero Ottomano cade e le potenze europee fanno di tutto per spartirselo, Mustafa guida il Movimento nazionale turco, istituendo per prima cosa un governo provvisorio ad Ankara – che renderà successivamente capitale – e sconfigge gli Alleati nella cosiddetta Guerra di indipendenza turca (1919-1922). Si autodefinisce Atatürk, letteralmente “padre di turchi”, il fondatore e futuro presidente (per tre volte rispettivamente nel 1927, 1931 e 1935) di questo “nuovo” Paese, un generale vittorioso arrivato al potere dopo aver difeso militarmente i confini della sua patria.
La Turchia moderna è un Paese nato sulle ceneri di un impero multietnico e multireligioso. Mustafa Kemal, strenuo nazionalista, sostiene che religione e politica debbano essere tenute rigorosamente separate. Perciò abolisce il califfato – nel 1924 – promuovendo un’identità laica, causando però non trascurabili conseguenze a chi non volesse adattarsi a questa nuova e artificiale “turchicità”. Atatürk applica della censura a proposito del precedente Impero Ottomano, contrariamente a quanto sta facendo l’attuale presidente turco “ottomanista” Erdoǧan soprannominato per questo “il sultano”. Adesso, infatti, l’“ottomania” si manifesta nei suoi tentativi propagandistici di recuperare la memoria storica dell’Impero Ottomano.
Sofia Fasano