Gli anni super di Annie Ernaux

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L’autrice Annie Ernaux nel 2022.

Nel 1972 Annie e Philippe Ernaux acquistano una cinepresa super 8, sono genitori di due figli e vivono, per ora, ad Annecy. Il documentario-diario di Annie Ernaux – “I miei anni Super 8 (Les années super 8)” – ha inizio così e a narrare è la stessa autrice che ad oggi ha 83 anni. Con una voce serena e delicata racconta il suo passato e svela un tesoro con questo viaggio attraverso le memorie della sua famiglia. Infatti, questo montaggio appassionante mostra “ciò che non si può rivivere due volte”, ossia i ricordi, da quelli più felici a quelli meno. Per la realizzazione sono stati raccolti e ristrutturati filmati domestici che coprono un lasso di tempo dal 1972 al 1981. È il racconto di una famiglia borghese – ammette la stessa Ernaux -, del suo stile di vita e delle attività ricreative come quella di voler viaggiare lontano: in Albania, URSS, Cile o Spagna. 

Non è presente solo la sfera più intima della scrittrice, anche quella più pubblica, sociale e politica in linea con quegli anni rappresentati (siamo nel periodo post-sessantottino), ovvero la “storia collettiva”, com’è nei suoi romanzi del resto. Si assiste anche all’approccio di Ernaux alla scrittura: di nascosto. È nato così “Gli armadi vuoti” (Les armoires vides), romanzo d’esordio datato 1974 pubblicato da Gallimard (la prima edizione italiana sarà del 1966 a cura di Rizzoli – con progetto grafico di Enzo Aimini – è uno dei pochi non ancora ripubblicati dalla casa editrice “L’orma”). Tuttavia, sappiamo che il successo investirà presto l’autrice. Vincitrice di diversi premi letterari, dal Prix Renaudot al Formentor al Warwick passando per lo Strega internazionale, è considerata la più importante voce letteraria francese. Fino al coronamento a livello globale, ovvero l’investitura del Premio Nobel per la letteratura nel 2022, anno fortunato per Ernaux poiché il film vincitore del Leone d’oro di quell’edizione del festival di Venezia, “L’événement” (il titolo italiano è “La scelta di Anne”) è tratto dal suo romanzo “L’evento”.

Questo documentario, invece, è stato presentato nel 2022 a Cannes, in Italia alla Festa del cinema di Roma nello stesso anno e ha ricevuto il premio César – l’equivalente del nostro David di Donatello – per il miglior documentario. È nato da un’idea e dalla volontà del co-regista David Ernaux-Briot, figlio di Annie che, prima di debuttare come regista per un lungometraggio, si è occupato di trasmissioni scientifiche per la televisione francese.

Sofia Fasano

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