Incredibile successo dell’“Anatra all’arancia” al teatro Stabile di Verona

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Da martedì 12 a venerdì 15 dicembre, alle ore 21.00, presso il Teatro Stabile di Verona, in occasione della rassegna “Divertiamoci a teatro”, si è svolto lo spettacolo “L’anatra all’arancia”, commedia scritta negli anni Sessanta dallo scozzese William Douglas Home, il cui titolo originario è “The secretary bird”.

Quest’opera – prodotta dalla Compagnia Molière e dal Teatro Stabile di Verona – viene proposta nella versione francese di Marc-Gilbert Sauvajon, intitolata “Le canard à l’orange”, con la regia Claudio Greg Gregori e gli attori Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli come protagonisti, già coppia famosa nella fiction televisiva “Tutti pazzi per amore”.

La commedia parla di una coppia in crisi, il marito (Emilio Solfrizzi), scopre con un trabocchetto che sua moglie (Carlotta Natoli) lo sta tradendo con un nobile signore (Ruben Rigillo). Dopo un primo shock iniziale, l’uomo finge di accettare questa situazione e decide addirittura di invitare il suo rivale a casa per conoscerlo e, al contempo, fa venire la sua segretaria (Beatrice Schiaffino) in maniera tale che possa fingere con lei una tresca amorosa e facilitare il divorzio. Dopo una serie di equivoci, situazioni comiche e una cena in cui la governante (Antonella Piccolo) cucina la famigerata anatra all’arancia, la moglie si scopre gelosa della segretaria e ancora innamorata del marito, quindi lascia l’amante che scappa con la segretaria e si riconcilia con il coniuge.

La trama è molto semplice, ma resa in maniera ottimale dalla recitazione del barese Emilio Solfrizzi che coinvolge il pubblico con simpatia e ironia, e di Carlotta Natoli che interpreta bene la parte della moglie isterica, gelosa, ma in fondo innamorata. Buona anche la recitazione di Ruben Rigillo, ben calato nel personaggio del nobile antagonista amoroso, troppo composto e a tratti noioso. Ottima anche l’interpretazione di Beatrice Schiaffino, la giovane segretaria, un po’ civettuola e consapevole del suo fascino, e di Antonella Piccolo, la premurosa e pratica governante.

L’ambientazione è unica, ovvero il salotto dei due coniugi, il cui pavimento è una scacchiera con alcune pedine, simbolo della scacchiera piena di trabocchetti ed equivoci su cui l’abile protagonista, esperto di scacchi, fa muovere gli altri personaggi in maniera apparentemente innocente, ma in realtà ben architettata.

Uno spettacolo piacevole e ritmato, ben riuscito nella sua rivisitazione italiana, che ha regalato al pubblico delle serate allegre e spensierate.

Martina Ragone

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