Oggi 23 dicembre 2023 sono due anni dalla morte di Joan Didion, una grande giornalista e scrittrice californiana. A proposito della sua West Coast scriveva: “Chiunque parli di edonismo californiano non ha mai trascorso un Natale a Sacramento” aforisma che la regista Greta Gerwing ha posto come incipit del suo film “Lady Bird”.
Quando Didion giunge a New York a lavorare per Vogue, si innamora non solo della Grande Mela, ma anche di John Dunne che sposa.
L’autrice si consacra alla saggistica prima ancora che alla narrativa: è del 1968 “Slouching Towards Bethlehem” (titolo che riprende una poesia del poeta irlandese Yeats e tradotto in italiano “Verso Betlemme”). Ma il successo arriva con “L’anno del pensiero magico” che nel 2005 vince il National Book Award for Nonfiction. Si tratta di un monologo terapeutico che racconta le due tragedie che hanno sconvolto la sua esistenza: la scomparsa improvvisa di suo marito e la malattia della figlia. Il memoir è un dettagliato resoconto di quelle vicende che mette a nudo l’autrice con le proprie paure e sensazioni.
Dunne è colpito da un attacco cardiaco la sera del 30 dicembre del 2003 quando la loro unica figlia Quintana (37enne all’epoca) è ricoverata in coma per quella che è iniziata come un’influenza e si è rivelato uno shock settico. Didion ha autorizzato il funerale del marito solo tre mesi dopo, solo una volta ripresasi Q Roo (ovvero Quintana come l’aveva soprannominata il padre). Lei e suo marito volano alla volta di Malibu, ma Quintana finisce di nuovo in coma a Los Angeles dove la raggiunge la madre. Dopo cinque settimane, mamma e figlia fanno ritorno a New York con un elicottero paramedico. Un anno dopo Quintana molla la presa: è il luglio del 2005 quando viene ricoverata per una pancreatite acuta che le strappa la vita a 39 anni.
Joan Didion è stata anche sceneggiatrice: insieme al marito hanno scritto il film “Panico a Needle Park” (1971) che vede un giovane Al Pacino nel suo primo ruolo da protagonista. Il lungo è ambientato a New York durante gli anni difficili del boom della cocaina.
Sofia Fasano