AUMENTA LA TASSA RIFIUTI 2024 A GIOVINAZZO?

IL SINDACO NON FA CENNO NEL DUP, MA LA DIREZIONE TECNICA LAVORA ALLA REVISIONE DEL PEF 2024/2025 (PIANO ECONOMICO FINANZIARIO) PER L’ADEGUAMENTO TARIFFARIO.

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Con distinti provvedimenti dell’Amministrazione civica, cui non può prescindersi per l’approvazione del bilancio previsionale 2024 da parte del Consiglio comunale, sono state definite le aliquote riguardanti i canoni e tributi  comunali come anche i corrispettivi dei servizi erogati a domanda ai cittadini, che, in linea di massima, non hanno comportato aumenti di sorta, rispetto agli anni scorsi, nonostante l’impennata dell’inflazione.

Nessuna decisione è stata, invece, assunta riguardo alle tariffe della TARI, cioè al corrispettivo che il Comune impone alle famiglie, imprese e professionisti per il ritiro dei rifiuti solidi a domicilio e per la spazzatura degli spazi pubblici. Peraltro, a riguardo di questa imposizione fiscale, che in sostanza si rivela, essere un rilevante gettito di entrata per le casse comunali, il dott. Sollecito, nell’esposizione del DUP (D.G. n.283/2023), il suo programma politico 2024-2026, non fa alcuna previsione riguardo alla contribuzione da richiedere ai cittadini, da quest’anno, né tanto meno fa cenno di presunti fattori incrementativi dell’addebito.

Eppure, questa è una questione di estrema attualità, atteso che nell’estate scorsa l’ARERA (l’Agenzia di Regolazione Energia, Reti e Ambiente) è intervenuta con una serie di determinazioni che, in particolar modo, afferiscono proprio alla tassa sui rifiuti urbani e alla cosiddetta tariffa corrispettiva, da applicarsi dai Comuni come TARI 2024. Nello specifico faccio richiamo alla delibera n. 389 del 03.08.2023, con la quale l’Autorità ha introdotto un diverso paradigma tariffario attinente al servizio dei rifiuti per gli anni 2024-2025, come pure alla delibera n. 386 dello stesso giorno, che ha previsto ulteriori parametri inpositivi, definiti “perequativi”. Oltre, naturalmente, alle altre due delibere: la n.387 sul monitoraggio degli obblighi di trasparenza sull’efficienza della raccolta differenziata e la n.385, riferita allo schema tipo di contratto di servizio. A queste, infine, si è aggiunta, ultimamente, la Determina n. 1/2023 del 6.11.2023, che ha approvato lo schema tipo di calcolo della TARI 2024, il modello di relazione illustrativa e il modulo delle dichiarazioni di veridicità.

E, di fatto, sulla disciplina tariffaria della TARI, da sempre molto dibattuta, a causa delle  variabili di calcolo in gioco, si scopre si sta occupando il Settore “Gestione del Territorio”, nella persona dell’ing. Carrieri, impegnato ad approntare il Piano Economico Finanziario (PEF) 2024-2025, quale strumento per la valutazione della tariffa 2024, in ragione della consuntivazione delle spese gestionali del sistema di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti.

Tanto, tuttavia, ho potuto rilevare solo dalla consultazione della Determina n.209 del 04.12.2023 dell’ing. Carrieri che, alla stregua di altre Determine di incarichi di consulenze, affidate sempre nel mese di dicembre scorso, ha ritenuto di doversi valere, pure in questa materia, della contributo di un Tecnico esterno, dietro pagamento di onorario, ammontante complessivamente a € 3.172,00. E così, con la solita motivazione che la sua Direzione è carente di professionalità esperte di tariffazione delle attività di raccolta dei rifiuti solidi e nettezza urbana, ha chiamato l’ing. Clemente Rosa di Cellamare (Ba) a farsi assistere nelle valutazioni necessarie per l’approntamento del PEF 2024/2025, conformemente alle ultime disposizioni impartite da ARERA.

Dunque, a fronte della nuova impostazione metodologica, che definisce i criteri di determinazione e imposizione della TARI, appare difficile immaginare, allo stato, quale possa essere l’aliquota tariffaria che dovrà applicarsi per l’anno 2024 dal Comune di Giovinazzo. Tanto più che s’ignora completamente il risultato gestionale del servizio al 2023 e, in particolar modo, i costi complessivi che l’attività di raccolta e conseguente trattamento dei rifiuti urbani ha comportato nell’anno appena chiuso e l’eventuale mancata completa copertura economica del servizio medesimo con la riscossione della TARI.

Se poi si tiene conto dei nuovi parametri d’imposizione fiscale, in base alle indicazioni fornite da ARERA e l’adeguamento Istat del corrispettivo contrattuale all’impresa appaltatrice del servizio cittadino, non si può non nutrire seri dubbi che la TARI 2024 possa essere confermata ai livelli tariffari del 2023.     

Giova, comunque, rappresentare che il temuto incremento tariffario non può attribuirsi solo al fatto, appena accennato, che il PEF 2024 dovrebbe definirsi partendo dai costi efficienti consuntivati nel bilancio degli anni 2022/2023 in cui potrebbe esserci stata una crescita anche notevole dei costi dei servizi e forniture acquistati rispetto a quelli pagati negli anni precedenti utilizzati come base per il calcolo del PEF 2023, a causa proprio della dinamica inflazionistica.

Va tenuto, pure, in debito conto l’incidenza del più recente dispositivo di ARERA n.1/2023 del novembre scorso che, in forza di quanto demandato dall’Autorità medesima con la Delibera n.363/2021, dà modo ai Comuni di recuperare anche l’aumento dovuto all’inflazione registrata nell’anno 2023, non computata nel PEF del medesimo anno, dal momento che il PEF 2023 si era basato sui costi consuntivati al 2021; costi che non avevano subito alcun aggiornamento per effetto dell’inflazione rilevatasi solo nel 2023, stimata provvisoriamente pari a 0.

Un aggravio d’imputazione che dovrebbe avvenire mediante l’inserimento nella componente a conguaglio di una specifica voce che accoglie la differenza tra i costi riconosciuti per il 2023, nel PEF 2022-2023, e quelli riqualificabili considerando il tasso di inflazione non inferiore al 4,5%.

Infine, per l’applicazione della TARI 2024 si dovrebbe tenere conto anche delle cosiddette componenti perequative, introdotte dalla deliberazione ARERA n. 386/2023 di agosto scorso. Si tratta della componente identificata come UR.1a, volta a fronteggiare i costi dei rifiuti accidentalmente pescati o volontariamente raccolti negli specchi d’acqua e sulle spiagge lungo la costa e della componente UR.2a, che andrebbe a compensare, invece, le spese incontrate in occasione di circostanze eccezionali e/o a seguito di eventi calamitosi. Tali nuovi fattori d’imposta, la cui imposizione dovrebbe essere pari rispettivamente a € 0,10 e € 1,5 a utenza, devono essere inseriti dal Comune negli avvisi di pagamento insieme alla Tari/tariffa corrispettiva, dandone separata evidenza e chiarificazione della causalità al debitore d’imposta.

Per concludere, appare strano che chi è al governo della città non abbia avvertito di dover dare una qualche anticipazione riguardo al possibile aggravio del peso fiscale per i cittadini, a motivo dal novello quadro regolatorio messo in atto da ARERA, come sopra riassunto per sommi capi. E, pur riconoscendo che la predisposizione del Piano economico-finanziario (PEF) e le conseguenti considerazioni tecniche ai fini del calcolo tariffario per il 2024, afferiscano alla competenza della Direzione gestionale, tuttavia, qualsiasi scelta strategica in ordine all’imposizione fiscale e ai criteri di riscossione investono direttamente la responsabilità dell’Organo politico.

L’Amministrazione civica, dunque, in questo frangente, è tenuta a gestire la riformulazione della tariffa della TARI nella misura più corretta e trasparente possibile. Dovrà dimostrare di poter mitigare al meglio l’aumento dell’addebito tariffario, utilizzando gli strumenti forniti dalla regolazione della materia e, comunque, applicando a favore dei cittadini le diverse interpretazioni più confacenti che sono fornite dagli organismi pubblici del settore.

Tuttavia, non può esimersi dal dover dare copertura ai maggiori oneri sostenuti negli anni 2022 e 2023 a causa dell’inflazione, così da salvaguardare l’equilibrio economico-finanziario del sistema, garantire la continuità e l’efficienza nell’erogazione del servizio e assicurare, al tempo stesso, la sostenibilità della tariffa all’utenza nelle sue variegate espressioni attraverso cui viene a conferire i rifiuti prodotti che devono essere poi portati allo smaltimento e al riciclo.

Giuseppe Maldarella

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