L’Arciconfraternita di Maria Santissima del Carmine di Giovinazzo (BA) in occasione della memoria liturgica di San Biagio vescovo e martire, sabato 3 febbraio 2024, invita la cittadinanza a prendere parte a questo antichissimo appuntamento di preghiera che sarà celebrato nella chiesa di San Giovanni Battista in Piazza Benedettine.
Di seguito gli orari dei momenti di preghiera:
ore 8.030 Recita del Rosario
ore 9:00 Celebrazione eucaristica
ore 17:30 Adorazione eucaristica
ore 18:30 Recita dei Vespri e benedizione eucaristica
ore 19:00 Solenne celebrazione eucaristica
Al termine atto di affidamento a san Biagio e tradizionale benedizione della gola, dei pani e dei taralli.
L’arciconfraternita Maria Santissima del Carmine ringrazia tutti coloro che con devozione, spirito di carità provvederanno a mantenere viva questa ricorrenza tradizionale in onore di San Biagio vescovo e martire.
Armeno di nascita e medico di professione, Biagio ha vissuto una vita simile al giusto, onesto e retto Giobbe, temendo Dio e proteggendosi da ogni male. Avendo conquistato l’affetto di tutti i suoi concittadini con queste virtù, fu eletto vescovo della città di Sebaste. Al tempo della Grande Persecuzione, si ritirò in una caverna, al fine di elevare preghiere pure, libero da qualsiasi distrazione. Attirate dal buon odore delle sue virtù, come un nuovo Adamo, le bestie feroci si avvicinavano a lui e aspettavano pacificamente all’ingresso della grotta per ricevere la benedizione o guarigione dei loro disturbi.
Durante il regno dell’imperatore Licinio (intorno al 316), Alessandro, governatore della Cappadocia, venne a Sebaste per arrestare i cristiani. Come aveva stabilito, di dare il Santo alle bestie feroci nell’anfiteatro, mandò i suoi soldati sulla montagna per catturarlo. Arrivando vicino alla sua grotta furono sorpresi nel trovare un gran numero di leoni, tigri, orsi, lupi e altri animali selvatici che gli tenevano pacificamente compagnia. Informarono immediatamente il governatore, che diede loro l’ordine di arrestare Biagio. Il santo eremita li accolse con affabilità, annunciando loro che era stato avvertito della loro venuta da una visione e li seguì senza opporre la minima resistenza. Lungo la strada, molti pagani si convertirono a Cristo quando videro la pace e l’ineffabile dolcezza che provenivano dal suo volto e quando passò, i malati, sia uomini che animali, riacquistarono la salute. Una donna in lacrime gli presentò il suo bambino che stava per morire soffocato dopo aver ingoiato una lisca di pesce, il santo poggiò la mano sulla gola del bambino e pregò il Signore di liberarlo e il bambino fu immediatamente restituito a sua madre in piena salute.
Giunto a Sebaste portato davanti alla corte Biagio che rispose coraggiosamente alle domande di Agricola, condannando la vanità del culto degli idoli senza vita. Sopportò le percosse dei soldati con gioia e poi fu gettato in prigione. Dopo essere stato sottoposto a nuove torture e aver dichiarato al governatore: “Non temo le tue torture, perché guardo ai beni futuri”, fu di nuovo gettato tutto insanguinato nella sua prigione. Sette pie donne lo seguirono, raccogliendo le gocce di sangue che scorrevano per terra, per ungere con esso i loro volti come con il profumo più prezioso. Furono immediatamente arrestate e presentati al governatore, che li minacciò con i tormenti più crudeli se si rifiutavano di sacrificare agli idoli. Fingendo di acconsentire, chiesero che le statue fossero portate sul bordo del lago, lo stesso lago che divenne poco dopo teatro del glorioso martirio dei cosiddetti Quaranta Martiri (festeggiati il 9 Marzo), in modo che potessero lavarli prima di offrire loro un degno sacrificio. Non appena gli idoli gli furono portati, le donne li gettarono nel lago. Appresa questa notizia, Agricola si infuriò terribilmente e fece preparare un grande braciere e accanto preziosi gioielli e chiese loro di scegliere tra la tortura e i ricchi ornamenti. Una delle donne, madre di due bambini piccoli, si precipitò e gettò i gioielli nel fuoco, incoraggiata dai suoi figli che le gridarono: “Non abbandonarci! Come ci hai nutriti con il latte di madre, seguiamo te per ereditare il Regno dei Cieli!”. Il tiranno fece legare le sante donne ai pali e ordinò che i loro corpi fossero torturati per mezzo di pettini di ferro ed infine le furono tagliate le teste, mentre rivolgevano un fervido ringraziamento a Dio.
Dopo vari tentativi di Agricola di far rinnegare la fede a san Biagio, rimasti invani, lo condannò ad essere annegato nel lago. Quando il boia lo portò vicino la riva, il santo martire fece il segno della Fede e cominciò a camminare sulle acque, ad imitazione del Signore. Giunto in mezzo al lago, invitò i pagani a venire e unirsi a lui, se credevano di poter confidare nei loro dei. Sessantotto di loro si fecero avanti e morirono annegati, mentre un angelo luminoso apparve e invitò il santo a tornare sulla riva per ricevere la corona della gloria.
Condannato ad essere decapitato con i due coraggiosi bambini Biagio, splendente della luce divina, elevò una preghiera a favore di tutti coloro che imploreranno il suo aiuto nelle malattie e nelle prove. Il Signore allora gli apparve in tutta la sua gloria, dicendogli: “Ho ascoltato la tua preghiera e ti concedo quello che mi chiedi”.
I corpi dei santi martiri, piamente sepolti dopo la loro esecuzione, divennero in seguito fonte di benedizioni per tutti coloro che si riunivano ogni anno in questi luoghi per celebrarvi la loro memoria. San Biagio è uno dei santi guaritori più venerati, sia in Oriente che in Occidente.
Così preghiamo nella liturgia bizantina il santo Vescovo Biagio:
Divenuto partecipe di costumi degli apostoli e successore sul loro trono, hai usato la pratica, o uomo ispirato da Dio, per ascendere alla contemplazione: perciò, dispensando rettamente la parola della verità, hai anche lottato per la fede sino al sangue, ieromartire Biagio. Intercedi presso il Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre! (Apolytikion della festa)
Antonio Calisi