“Sono nata il ventuno a primavera…”
Il 21 marzo 1931 nasceva a Milano Alda Merini. La poeta dei Navigli, quartiere dove ha vissuto per tutta la sua vita, è stata un’importante figura nell’ambito della letteratura italiana contemporanea per il suo contributo poetico innovativo e pienamente novecentesco.
La mancata (e negata) formazione scolastica e l’esperienza in manicomio per un disturbo bipolare diagnosticatole forgiano le sue liriche a un passo dagli aforismi. I temi sono legati al suo quotidiano e dunque il dolore, l’amore, le donne e la poesia stessa.
“Ho conosciuto Gerico, / ho avuto anch’io la mia Palestina, / le mura del manicomio / erano le mura di Gerico / e una pozza di acqua infettata / ci ha battezzati tutti (…)” sono i versi di “La Terra Santa” il suo capolavoro che segna il ritorno alla scrittura dopo l’internamento. A proposito della sua “follia” dirà: “Penso che la base della follia sia questa continua frustrazione dei rapporti, questo emarginare la persona ritenuta malata. Il giudizio sulla malattia mentale di solito viene da persone che non sanno assolutamente che cosa sia.”
Dalla personalità sensibile e malinconica, è stata tra i pochi italiani candidati al Premio Nobel per la letteratura.
Sofia Fasano