SCHIZZA IL COSTO PER SMALTIRE IL PERCOLATO DELLA DISCARICA DI “SAN PIETRO PAGO” A GIOVINAZZO

BASTA LA SOLA ESTRAZIONE DEL PERCOLATO AD EVITARE IL RISCHIO DI DISPERSIONE DI SOSTANZE INQUINANTI?

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Con il precedente articolo, pubblicato giusto il 6 febbraio scorso, dal titolo Dopo la chiusura della discarica di San Pietro Pago, a Giovinazzo, necesita ancora espungere il rifiuto di percolato, ho notiziato sull’attuale stato della discarica dopo la messa in sicurezza di emergenza. Mi premeva, se non altro, segnalare che con l’utimazione dell’operazione di copertura dei lotti di abbancamento dei rifiuti urbani, messa a punto dall’AGER -Agenzia regionale per i rifiuti della Regione Puglia-, con il finanziamento regionale di € 5.000.000,00 (Por 2014-2020), il Comune di Giovinazzo è, a tutti gli effetti, responsabile unico dell’attività post-gestione della discarica, in quanto proprietario del sito.

Infatti, l’11 gennaio u.s., l’AGER ha notificato alla Direzione “Gestione del Territorio e Ambiente” che, chiuso il contratto, stipulato dalla stessa Agenzia, con la RTI “GECOS-FAVELLATO CLAUDIO” per la messa in sicurezza dell’impianto, ogni attività di estrazione del percolato fa carico al Comune. 

A detta notifica ha fatto, subito, seguito la Determina n.11/2024 del 30.01.2024 del Dirigente, ing. Carrieri, con cui è stato affidato alla S.r.l. FREE TIME di Policoro il servizio di estrazione, trasporto e smaltimento del rifiuto di percolato stoccato in discarica, presumibilmente stimato in circa 300 mc.. Il compenso della prestazione, convenuto fino a un massimo di spesa di € 20.000,00, comprensiva degli oneri della sicurezza fissati in € 200.000, sarebbe stato valutato in base alla offerta, prodotta dal RTI, di €/ton. 50,00 di rifiuto, oltre IVA.

Non è chiaro se l’attività di estrazione e smaltimento del pergolato sia iniziato da parte della S.r.l. FREE TIME, e proseguita nel mese scorso di febbraio. Sta di fatto che con una formale nota, in ricezione al Comune il 12 marzo u.s., la soc. FREE TIME ha richiesto alla Direzione appaltante l’adeguamento del prezzo della prestazione da €/ton. 50,00 a €/tonn. 60,00 oltre IVA. L’aumento tariffario, per quanto riferito dall’appaltatore, sarebbe dovuto alla necessità di dirottare il rifiuto estratto, CER 19.07.03, anche presso l’impianto Tecnoparco di Pisticci, a un prezzo più elevato di quello di €/tonn. 49,00 di rifiuto, oltre IVA, contrattualizzato, in precedenza, con lo stabilimento ARAP Servizi di Montenero in Molise, che non sempre è disponibile a trattare quel tipo di rifiuto.

A fronte di tale richiesta, il giorno stesso del ricevimento della nota della soc. FREE TIME, 12 marzo 2024, l’ing. Carrieri, con altra sua Determina, la n. 29/2024 del 12 marzo 2024, ha assentito che il rifiuto possa essere smaltito anche presso lo stabilimento di depurazione della Tecnoparco di Pisticci al prezzo di €/tonn. 60,00, oltre Iva, senza, comunque, superare l’importo della commessa di € 20.000,00.

Dunque, in ragione di tale aumento della tariffa, diventa difficile valutare le tonellate di rifiuto che si potrà espungere dalla discarica e portare allo smaltimento, dovendo rimanere inalterata la spesa complessiva dell’appalto, pari a € 20.000,00, inclusi 200,00 Euri per gli oneri della sicurezza. Né si è in grado di prevedere quanto altro percolato potrà rimanere nei depositi di stoccaggio una volta esaurito l’importo contrattuale convenuto di € 20.000,00, tanto meno, come si potrà intervenire per cotinuare l’operazione di estrazione del rifiuto.

Ma la questione è ancora più complessa!

Non si hanno notizie, infatti, circa l’approntamento da parte della Direzione comunale di un piano di attività di post-gestione della discarica, secondo le direttive normate dal D.Lgs. n.36/2003, che, oltretutto, fissi la durata degli interventi di custodia, vigilanza e monitoraggio del sito e, soprattutto, il quadro economico degli interventi stessi e relativa fonte di finanziamento. E tanto in considerazione del fatto che è in esaurimento anche il fondo regionale di € 300.000,00, assegnato al Comune, tempo addietro, con Delibera di Giunta regionale n. 628 del 19.04.2021, da cui si è attinto per fronteggiare il costo delle prestazioni affidate alla  S.r.l. FREE TIME, e pure quello del servizio di monitoraggio ambientale commissionato all’ARPA.

E, proprio a questo riguardo, non si può fare a meno di eccepire all’Amministrazione civica la mancata pubblicazione degli esiti delle analisi e valutazioni condotte dall’ARPA circa la sussistenza di rischi d’inquinamento ambientale, particolarmente, di contaminazione delle falde acquifere.

Mi riferisco al lavoro di monitoraggio che, su consiglio dell’ing. Francesco Todaro del Politecnico di Bari (D.D. n.108 del 1 settembre 2022), l’ing. Carrieri ha ordinato di fare all’ARPA (D.D. n 135 del 12.09.2023), con una spesa di 13.755,76. L’ARPA, infatti, mediante campionature accurate dei pozzi, dovrebbe aver rilevato se siano, ancora, in atto fenomeni di contaminazione delle acque di falda. E, per queste verifiche, si sarebbe avvalsa proprio della S.r.l. FREE TIME di Policoro, cui è stato corrisposto, sempre dal Comune, il compenso onnicomprensivo di € 30.000,00 (D.D. n.118 del 04.08.2023).

C’è un giustificato motivo per cui non si rende pubblico il risultato delle campionature fatte dall’ARPA nei mesi appena trascorsi?

Non è obbligo dell’Amministazione civica segnalare ai cittadini eventuali fenomeni di rischi d’inquinamento ambientale come, peraltro, paventati anche dal Sindaco con l’Ordinanza n.18 del 16.06.2023, in occasione di particolare evento meteorico?

Forse si vuol far credere che la discarica di San Pietro Pago, con la messa in sicurezza di emergenza, non presenti più criticità d’inquinamento ambientale?

Giuseppe Maldarella

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