Recenti studi scientifici condotti dalle università di Eötvös Loránd in Ungheria e di Stavanger in Norvegia, pubblicati sulla rivista Current Biology, hanno evidenziato che i cani possiedono l’incredibile abilità di associare una parola già nota che sentono a una precisa immagine, prerogativa che in passato si attribuiva soltanto agli esseri umani. Tale capacità apparterrebbe all’intera specie canina, indipendentemente dall’età, razza e dal quantitativo di parole assimilate.
Ai fini della ricerca è stato necessario l’utilizzo di elettrodi, apposti sulle teste di 18 cani domestici; l’esperimento ha rilevato che essi non si limitano a riconoscere il suono di una parola, bensì associano un vero e proprio significato ad essa, raggiungendo livelli di astrazione cognitiva inimmaginabili per i ricercatori sino a qualche decennio fa. Tali risultati sorprendenti, oltre a suggerire una riflessione sulle qualità intellettive degli animali, aprono la strada a nuovi studi sull’intelligenza dei cani e, soprattutto, sulle origini del linguaggio umano.
Lo psicologo e ricercatore americano Stanley Coren, infatti, originario di Philadelphia in Pennsylvania, aveva appurato che l’intelligenza del cane è profondamente sviluppata e paragonabile a quella di un bambino di due anni e mezzo, così come sono stati individuati e descritti quattro tipi di intelligenza canina: l’intelligenza istintiva, adattativa, funzionale e spaziale.