Recentemente si è discusso nello scenario europeo di una proposta di legge avanzata dai Verdi tedeschi, uno dei partiti al governo in Germania, che, qualora fosse approvata, vieterebbe di far riprodurre cani contraddistinti da tratti fisici che generano sofferenza agli animali, aspettativa di vita breve e problematiche concernenti la loro salute. Si tenterebbe, così, di ridurre la frequenza di zampe troppo corte e musi schiacciati, senza proibire la riproduzione di una specifica razza canina.
Tale ambito di riflessione è stato spesse volte sviluppato in paesi europei e non negli ultimi anni con esiti differenti: nei Paesi Bassi si è proposto di vietare il possesso di alcune specie di cane, mentre appare più indulgente la proposta di regolamento della Commissione Europea, esposta nel dicembre 2023. Essa afferma che soltanto gli allevatori hanno il dovere di assicurarsi che le strategie di riproduzione in atto non generino la trasmissione di caratteri nocivi.
Questa proposta di regolamento europeo «non osta alla selezione e alla riproduzione di cani e gatti brachicefali», vale a dire con il cranio schiacciato, quali carlini, bouledogue francesi e Cavalier King Charles spaniel, tipologie di cani che, a giudizio dei veterinari, hanno maggiori problemi di salute determinati dalla loro conformazione fisica. Infatti, il disegno attuale ordina che «programmi di selezione o riproduzione riducano al minimo le conseguenze negative che i tratti brachicefali hanno sul benessere».
Nel corso dei secoli sono stati effettuati numerosi incroci, al fine di ottenere una specializzazione degli animali in base ad alcune caratteristiche: cani da pastore, da compagnia, da caccia e via dicendo, senza porre particolare attenzione alle potenziali conseguenze negative, come evidenziato da Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (ANMVI).
A proposito delle razze brachicefaliche, lo psicologo ed etologo austriaco Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina nel 1973 e celebre per i suoi studi sul comportamento di uccelli e cani, ipotizzò che la suddetta tipologia piacesse a molte persone poiché ricorderebbe i tratti di un bambino. Formulò, dunque, la teoria generale secondo cui gli animali di piccole dimensioni facciano scaturire negli umani tenerezza e desiderio di prendersene cura.
A causa del cranio più largo che lungo, in questi cani i tessuti molli dell’apparato respiratorio, di naso, laringe e trachea, appaiono compressi e ne ostruiscono parzialmente le vie aeree. Pertanto, vengono definiti cani che vivono “con un filo d’aria” e le loro condizioni si aggravano con le temperature più alte. Inoltre, alle difficoltà respiratorie se ne aggiungono altre gastrointestinali, di sovrappeso e correlate agli occhi. È possibile sottoporre questi cani a interventi chirurgici migliorativi della loro condizione, ma si tratta di operazioni alquanto costose ed invasive.
Caso analogo si verificò per un altro problema molto diffuso nei cani, soprattutto nei pastori tedeschi e nei golden retriever, qual è la displasia dell’anca; negli ultimi decenni, però, i casi sono diminuiti grazie alle verifiche eseguite prima di farli riprodurre. Tuttavia, affinché si assista a un simile calo delle problematicità, saranno necessarie diverse generazioni. Gli esperti suggeriscono, quindi, a chi desideri un animale brachicefalo, di acquisirne uno col pedigree per avere più informazioni sugli ascendenti dell’animale che adotta.
Maria Elide Lovero