Dottore: “Non hai ancora l’età per capire quanto diventi complicata la vita.”
Cecilia: “Ovviamente dottore lei non è mai stato una ragazzina di tredici anni.”
Torna in sala “Il giardino delle vergini suicide” (1999) opera prima della regista premio Oscar Sofia Coppola in versione restaurata da Criterion il 6, 7 e 8 maggio grazie al progetto “Il cinema ritrovato” della Cineteca di Bologna.
Tratto dal romanzo “Le vergini suicide” dello scrittore americano Jeffrey Eugenides, segue la storia delle cinque sorelle Lisbon Therese, Mary, Bonnie, Lux e Cecilia, irraggiungibili per i loro coetanei vicini di quartiere che cercano in tutti i modi di approcciarvi, anche spiandole e seguendole. Questo perché le sorelle Lisbon non sono libere, ma vivono in una casa-prigione, un ambiente tossico e soffocante fondato sui deboli principi di impronta conservatrice e cattolica di una specifica parte della società americana e condivisa dai loro genitori, il padre insegnante di matematica nella loro stessa scuola e la madre casalinga alla fine degli anni Settanta. Le Lisbon sono al centro dei sogni e delle conversazioni dei ragazzi, completamente stregati da questo misterioso universo adolescenziale femminile di cui Sofia Coppola è diventata maestra nel rappresentare sin dal suo primo cortometraggio “Lick the star”. Le protagoniste incarnano quel senso di oppressione vissuta e inadeguatezza inculcata per ciò che le circonda che, insieme alla fragilità tipica delle ragazzine, sfocia in un silenzioso suicidio collettivo.
Sofia Fasano