Nei pressi di Palo del Colle sorge una piccola frazione che, nonostante le ridotte dimensioni, custodisce un’antica storia fatta di scorrerie e assedi. Stiamo parlando di Auricarro, che sorge poco oltre Palo, sulla strada che anticamente collegava Bitonto a Gravina, passando per i vari centri dell’entroterra, come ad esempio Toritto e Grumo.
Auricarro prenderebbe il nome da un ex auriga che in epoca romana divenne assegnatario del casale, o almeno questa è la tradizione. Fatto sta che proprio per la posizione strategica tra due importanti centri agricoli quali Bitonto e Gravina, l’antico Casale dell’Auriga finì per ricoprire un ruolo di estrema importanza nei traffici commerciali della Puglia, sia in tarda epoca romana che in epoca Altomedievale.
L’importanza del centro è testimoniata dalla costruzione di un castello, realizzato probabilmente in epoca angioina e posto in posizione sopraelevata, sul cosiddetto “Monte della Croce”, che permette di dominare l’area circostante, caratterizzata da una profonda lama. Dalle cronache, risulta che il centro venne concesso dal re di Napoli Carlo d’Angiò a un suo soldato, tale Filippo di Clariarco, il 25 marzo 1269.
Ma è il 16 luglio 1349 che si verificò l’evento più importante della storia di Auricarro, quando cioè la frazione venne presa d’assedio da un’armata di bitontini e ungheresi, giunti in Italia per vendicare l’assassinio di Andrea, fratello di Luigi I d’Ungheria e primo marito della regina Giovanna I d’Angiò. Molti centri dell’Italia meridionale furono attaccati da questi in quanto rimasti fedeli alla corona angioina, e tra questi appunto Auricarro. A nulla valse la presenza del forte: le abitazioni circostanti vennero completamente distrutte, e lo stesso castello rovinò a causa dell’attacco.
Tale fu la portata dell’assedio che gli abitanti decisero di sotterrare l’antico crocifisso venerato nella locale chiesa per evitare che fosse distrutto dagli ungheresi. Tempo dopo, secondo la leggenda, il crocifisso di Auricarro venne ritrovato per caso da alcuni contadini e, portato a Palo, provocò un forte temporale che pose fine a un lungo periodo di siccità. Da quel momento, il crocifisso viene venerato dai cittadini di Palo, con una festa che si tiene il 3 maggio, data del ritrovamento del crocifisso.
Il centro perse ovviamente la sua importanza originaria, e oggi è diventato sede di numerose ville e residenze estive dei cittadini di Palo. Durante i lavori di costruzione di alcune di queste, nel 1991, venne ritrovata un’antica necropoli, con numerose tombe e corredi funerari datati tra il XIII e il XIV secolo.
Giuseppe Mennea