È noto il progressivo peggioramento dell’alimentazione umana, spesso contraddistinta da eccessi che inficiano la nostra salute, accrescendo l’incidenza di diabete, malattie cardio-vascolari, obesità e tumori. In Italia, infatti, la percentuale di popolazione con problemi di peso è in costante aumento, tanto che si contano 17 milioni di adulti in sovrappeso e oltre 4 milioni obesi, per non parlare dei notevoli tassi di obesità infantile nel nostro paese, che vedono coinvolti il 36% delle ragazze e il 43% dei ragazzi.
A fini correttivi delle abitudini alimentari collettive, è stata ideata la Sugar Tax, volta a disincentivare il consumo di alcune tipologie di prodotti, in particolare le bevande analcoliche edulcorate. Tale imposta fu introdotta con la Legge di Bilancio 2020 nel corso del secondo governo di Giuseppe Conte, ma la sua entrata in vigore è slittata più volte, sino ad essere stabilita all’1 luglio 2024, tuttavia con aliquote ridotte. La tassa diminuisce a 5€ per ettolitro per i prodotti finiti, salvo poi salire, a decorrere dal 1 luglio 2026, a 10€ per ettolitro. Per i prodotti «predisposti a essere utilizzati previa diluizione» viene ridotta a 0,13€ per chilogrammo, 0,25€ dal luglio 2026.
Schierate in prima linea nelle azioni di protesta vi sono le aziende produttrici, che chiedono all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni di fare marcia indietro: in merito Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, ha affermato: «Siamo ancora fiduciosi che possa trattarsi di un disguido. Auspichiamo un pronto intervento del Governo, volto a correggere una misura ideologica e non efficace».
Contrari appaiono anche degli esponenti di partiti al governo come Forza Italia, fra cui spiccano il suo capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, e il suo portavoce di partito, Raffaele Nevi, che prendono le distanze dal compromesso proposto dal ministero di Giancarlo Giorgetti, dichiarando: «dalla lettura dell’emendamento del Mef al decreto numero 39, riguardante agevolazioni fiscali e bonus edilizi, scopriamo che viene introdotta la Sugar Tax. Per noi si tratta di un problema di metodo e di merito». Hanno evidenziato, inoltre, il loro pregresso impegno nel tentare il rinvio della Sugar Tax e come non si sia svolto un sufficiente confronto preventivo.
Di natura similare e tratteggiata sempre nel 2020, troviamo l’imposta chiamata “Plastic Tax”, finalizzata a ridurre l’acquisto ed uso di prodotti in plastica monouso, l’entrata in vigore della quale, tuttavia, è stata ritardata al 1 luglio 2026, contrariamente alle bibite, il cui consumo probabilmente calerà a partire da questa estate.
Il provvedimento purtroppo non risulta privo di conseguenze negative, come ha messo in luce Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg Coca-Cola, stabilimento siciliano che imbottiglia e distribuisce le bevande a marchio The Coca-Cola Company; infatti, dei 400 dipendenti che vanta attualmente l’azienda, circa 120 saranno presto licenziati, casistica che permette di immaginare cosa produrrà il calo del settore, che comprende anche la produzione di sport drink, acque arricchite con vitamine e succhi pastorizzati.
Maria Elide Lovero