I Palazzi di Lecce, straordinari esempi del Barocco

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Lecce è nota a tutti come la capitale del Barocco, titolo a cui ha senz’altro diritto considerando tutti i capolavori che custodisce, dal Duomo alla Chiesa di Santa Croce. In occasione della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane, organizzata da ADSI, è stato possibile visitare anche quei capolavori meno noti, eppure, forse più rappresentativi del Barocco leccese, ovvero gli splendidi palazzi nobiliari della città. In questo articolo andremo a considerare alcuni esempi specifici: Palazzo Tamborino-Cezzi, Palazzo Bozzi-Corso e Palazzo Marrese.

Palazzo Tamborino-Cezzi ha una storia molto interessante, poiché il primo nucleo risale addirittura al Cinquecento, quando era la dimora della famiglia Mele, uno dei casati più antichi di Lecce. Nel corso del Seicento, la dimora venne acquisita dal casato Giudice, giunto da Genova in Puglia, con cui anche la nostra città di Giovinazzo è legata, essendone stato feudo. I Giudice, nella persona di Cola Maria, abbelliscono il palazzo rendendolo uno dei più ricchi della città. Nel corso del tempo, si sono susseguiti molte altre famiglie nobili e notabili, tra le quali i napoletani Capece e i francesi Paladini. Solo dalla metà dell’Ottocento la dimora è proprietà dei Tamborino, che decisero di ammodernare l’edificio per adattarlo ai gusti dell’epoca. Gli attuali proprietari, i Cezzi, sono eredi diretti dei Tamborino.

Il palazzo presenta un gusto tipicamente Neoclassico, pur con rimandi a tratti tipici dell’arte leccese, tra cui il Barocco e il Moresco, più diffuso in Terra d’Otranto. L’elemento più scenografico è la corte, che sembra quasi un corridoio che mette in diretto contatto la strada col giardino, che si sviluppano rispettivamente avanti e alle spalle dell’edificio. Nei portici del piano terra, ai lati del cortile, sono conservate anche alcune splendide carrozze d’epoca. Al primo piano esiste anche la cosiddetta Wunderkammer, una “sala delle meraviglie” che conserva una serie di oggetti d’epoca e ritratti di famiglia.

Palazzo Bozzi-Corso è un altro splendido esempio di Barocco leccese. Costruito nel corso del Settecento dalla stessa famiglia che commissionò la splendida villa omonima di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, presenta un cortile straordinariamente ricco di decorazioni. Nello specifico, il portale d’accesso allo scalone d’onore è abbellito da un mascherone apotropaico, che sembra quasi interrogare il visitatore che vi accede. La trasformazione dell’edificio in un hotel di lusso ha comunque avuto rispetto per i luoghi, pur coniugando al gusto Barocco originale alcuni elementi recenti, tra cui un museo di arte contemporanea.

Palazzo Marrese, infine, con la sua splendida facciata, fa da quinta scenica di Piazza Falconieri. Il palazzo venne progettato dall’architetto Mauro Manieri, che pone nel portale d’accesso l’elemento di spicco di tutto l’edificio. Le coppie di paraste che si trovano lateralmente all’ingresso si sviluppano in volute che terminano in quattro distinte cariatidi che sorreggono l’architrave d’accesso. Anche le finestre presentano ricche decorazioni vegetali e, al primo piano, dei busti di santi che si alternano a conchiglie, elemento decorativo più volte ripreso dal Manieri. Anche la balconata che caratterizza il piano nobile presenta dei sostegni animati in forma umana o animale.

Giuseppe Mennea

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