Il ddl autonomia è stato approvato dalla Camera dei Deputati con 172 voti favorevoli e 99 contrari: dunque la proposta sottoscritta dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoni assumerà valore di legge poiché è stata già accolta dal Senato. Il sottosegretario del Ministero del Made in Italy, Massimo Bitonci, il quale ha seguito per intero la riunione di questa notte, ha dichiarato: “È un sogno che diventa realtà; è la scelta migliore per il futuro dell’Italia: maggiori competenze e responsabilizzazione degli amministratori locali sull’azione amministrativa, razionalizzazione della spesa, costi e fabbisogni standard”.
Si è trattato di una seduta lunghissima quasi del tutto priva di pause, nella quale sono affiorate proteste da parte dei partiti d’opposizione, che criticano il mancato via libera dei capigruppo.
Il ddl è finalizzato a concedere maggiore autonomia alle regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta; ad essere coinvolti risultano svariati settori (in totale 23), fra cui figurano l’energia, il commercio estero, la cultura, i trasporti, l’ambiente, l’istruzione. Tuttavia, avranno grande rilievo i livelli essenziali di prestazione (Lep), che dovranno necessariamente essere garantiti a tutti i cittadini indipendentemente dalla regione di appartenenza. Entro 24 mesi dall’entrata in vigore del ddl, il governo varerà uno o più decreti legislativi per definire importi e livelli dei Lep. In seguito Stato e Regioni disporranno di 5 mesi di tempo per giungere ad un accordo.
Durante la notte, i deputati hanno approvato gli articoli 2, sull’intesa tra Stato e regioni, 3, sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, 4, sul trasferimento delle funzioni, 5, relativo alle risorse finanziarie, 6, che attribuisce ulteriori funzioni amministrative agli enti locali, 7, sulla durata delle intese e sulla successione di leggi, 8, sul monitoraggio, 9, sulle clausole finanziarie, 10, sulle misure di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale, e 11, sulle disposizioni transitorie e finali. Sono stati, invece, respinti tutti gli emendamenti proposti dall’opposizione, che ha affermato in maniera coesa che “il Parlamento è stato umiliato” dall’assenza di un dibattito; i deputati del Movimento Cinque Stelle in un comunicato stampa hanno espresso, infatti, il proprio sentito disappunto asserendo che “il Parlamento è stato violentato”.
Inoltre, i partiti d’opposizione giudicano la legge, fortemente sostenuta dalla Lega, a netto sfavore del Sud Italia e a vantaggio delle regioni del Nord del Paese, il quale vanta di per sé un’economia più florida.
Si è trattato di una seduta lunghissima quasi del tutto priva di pause, nella quale sono affiorate proteste da parte dei partiti d’opposizione, che criticano il mancato via libera dei capigruppo.
Il ddl è finalizzato a concedere maggiore autonomia alle regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta; ad essere coinvolti risultano svariati settori (in totale 23), fra cui figurano l’energia, il commercio estero, la cultura, i trasporti, l’ambiente, l’istruzione. Tuttavia, avranno grande rilievo i livelli essenziali di prestazione (Lep), che dovranno necessariamente essere garantiti a tutti i cittadini indipendentemente dalla regione di appartenenza. Entro 24 mesi dall’entrata in vigore del ddl, il governo varerà uno o più decreti legislativi per definire importi e livelli dei Lep. In seguito Stato e Regioni disporranno di 5 mesi di tempo per giungere ad un accordo.
Durante la notte, i deputati hanno approvato gli articoli 2, sull’intesa tra Stato e regioni, 3, sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, 4, sul trasferimento delle funzioni, 5, relativo alle risorse finanziarie, 6, che attribuisce ulteriori funzioni amministrative agli enti locali, 7, sulla durata delle intese e sulla successione di leggi, 8, sul monitoraggio, 9, sulle clausole finanziarie, 10, sulle misure di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale, e 11, sulle disposizioni transitorie e finali. Sono stati, invece, respinti tutti gli emendamenti proposti dall’opposizione, che ha affermato in maniera coesa che “il Parlamento è stato umiliato” dall’assenza di un dibattito; i deputati del Movimento Cinque Stelle in un comunicato stampa hanno espresso, infatti, il proprio sentito disappunto asserendo che “il Parlamento è stato violentato”.
Inoltre, i partiti d’opposizione giudicano la legge, fortemente sostenuta dalla Lega, a netto sfavore del Sud Italia e a vantaggio delle regioni del Nord del Paese, il quale vanta di per sé un’economia più florida.
Maria Elide Lovero