L’idea era stata già del drammaturgo inglese Shakespeare di rendere omaggio nella letteratura a questa magica e misteriosa notte in “A Midsummer Night’s Dream”, ossia “Sogno di una notte di mezza estate”, opera velata da un’aura fatata e di ambientazione mitica.
Tutt’altro che celestiale è, invece, il film horror “Midsommar” al cui titolo italiano è stato aggiunto “Il villaggio dei dannati” di Ari Aster che capovolge completamente la situazione shakespeariana. L’ispirazione non è di certo quella, infatti, il villaggio svedese è solo apparentemente tranquillo poiché in realtà è solo alquanto macabro. L’azione si svolge nei luminosi giorni del solstizio d’estate in Svezia, precisamente ad Hårga, dove, infatti, non vediamo mai tramontare il sole. Proprio per questo il regista non pone mai ciò che fa paura al buio, al contrario ciò che fa suscitare inquietudine tra gli spettatori e gli ospiti del villaggio si svolge sempre alla luce del sole. La gente del luogo vive in una sorta di campana di vetro tutto l’anno, lontani, anche geograficamente parlando, dalla civiltà e modernità, e sono ancorati alle loro tradizioni tramandate. Mentre ci si prepara alla festa di metà estate, ricca di rituali bizzarri e horror in sé, assistiamo contemporaneamente allo sgretolarsi della relazione piena di rancori e cose non dette tra la protagonista Dani e il suo fidanzato in cui molti della critica intravedono una chiave di lettura catartica del film.
Per concludere, è bene sapere che la festa di mezza estate è realmente celebrata in Svezia nei giorni tra il 21 e il 25 giugno, precisamente il 24 giugno durante la notte di san Giovanni, ma di certo è una tradizione legata puramente al folklore e non ha nulla a che vedere con i riti sacrificali e mistici del film “Midsommar”.
Sofia Fasano