Settant’anni fa, il 13 luglio 1954, ci lasciava Frida Kahlo, la pittrice messicana conosciuta perlopiù per i suoi autoritratti e per aver messo in discussione il ruolo delle donne nel mondo, imponendosi nello scenario della pittura. Nata il 6 luglio 1907 a Città del Messico, Frida Kahlo ha lasciato un’eredità inestimabile ed è stata una delle pittrici più importanti del XX secolo.
A soli diciotto anni subisce un grave incidente in tram che le provoca gravi danni alla schiena costringendola a restare in ospedale per tre mesi e lasciandola incapace di avere figli. A seguito della sventura, il suo mondo cambia. Frida è provata da una zoppìa causata da una polmonite contratta da piccola e tra il 1930 e il 1934 ha tre aborti perciò comincia a dipingere quadri che ritraevano scene di aborto. Inoltre, nel 1950 le vengono amputate quattro dita del piede destro e tre anni dopo una gamba. La pittura è il solo mezzo per distrarla dal dolore.
Nel 1922 aveva incontrato suo marito Diego Rivera, anch’egli pittore, quando lui aveva trentasei anni, lei, invece, appena quindici, e due matrimoni alle spalle, e lo definiva la sua “anima gemella”, ma entrambi si tradivano l’un l’altro e consapevolmente. L’equilibrio precario della coppia trabocca quando Diego tradisce Frida con sua sorella Cristina, così i due artisti si separano tornando insieme due anni dopo.
Oggi il quartiere di Coyoacán ospita l’incredibile casa-museo di Frida Kahlo dai colori vivaci, comprendendo il giardino blu, la cucina gialla ed è un tempio di vestiti, tempere, pennelli, insieme alle attrezzature ortopediche che la sostenevano, il letto su cui era costretta, lo specchio che la mamma le aveva posizionato di fronte e, infine, anche le sue ceneri. Frida Kahlo è stata una donna che ha fatto della propria vita un’opera d’arte e che grazie a questa arte è riuscita a sormontare i suoi traumi fisici e psicologici.
Sofia Fasano