Da poco più di una settimana è stata annunciata la scomparsa di un cantautore italiano che ha segnato un solco nello scenario musicale del nostro Paese: Pino D’Angiò, all’anagrafe Giuseppe Chierchia, aveva rappresentato negli anni ’80 una vera e propria icona della musica disco italiana, vantando diversi successi internazionali. Tra questi spicca il suo pezzo più noto “Ma quale idea” del 1980, che vendette 2 milioni e mezzo di copie in Italia e 12 milioni in tutto il mondo; dopo aver fatto scatenare un’intera generazione per il ritmo e il testo accattivanti e inconfondibili, da febbraio 2024 è tornato a spopolare anche fra i più giovani, grazie all’apparizione dell’artista nella serata delle cover del Festival di Sanremo, al fianco dei Bnkr 44 che hanno riproposto il brano con alcuni riadattamenti, modulati sulla loro giovane sensibilità musicale. I sette artisti componenti la band, che però gli stessi preferiscono definire “collettivo”, hanno omaggiato Pino D’Angiò in un post di Instagram a lui dedicato con gratitudine e immensa stima, a seguito della sua scomparsa, avvenuta all’età di 71 anni.
La sua musica ha dato il via a quel che ad oggi si configura come il primo rap italiano e tra il 1980 e 2009 ha scritto canzoni per altri artisti di grande calibro, come “Ma chi è quello lì” per Mina, e ha lavorato in Rai ideando e conducendo programmi televisivi e radiofonici, senza rinunciare alle sue numerose tournée internazionali.
Il cantante, tuttavia, aveva affrontato a più riprese gravi malattie, come un tumore alla gola ed uno ai polmoni, che lo avevano messo a dura prova senza, però, strappargli mai la caratteristica simpatia e spensieratezza visibile in tutte le pubbliche apparizioni; e, infatti, dopo i periodi di pausa necessari per la sua salute, aveva sempre ripreso l’attività artistica di cantante, attore, doppiatore e produttore musicale.
E da ora, non possiamo che ricordare un artista tanto umile quanto originale, canticchiando e ballando le sue canzoni indimenticabili, come “Okay okay”, “Signorina” e “Fammi un panino”, tutte accomunate da un’ironia e simpatia che sapeva toccare con leggerezza temi più profondi quali la ricerca dell’amore, di un proprio posto nel mondo e del senso della vita.
La sua musica ha dato il via a quel che ad oggi si configura come il primo rap italiano e tra il 1980 e 2009 ha scritto canzoni per altri artisti di grande calibro, come “Ma chi è quello lì” per Mina, e ha lavorato in Rai ideando e conducendo programmi televisivi e radiofonici, senza rinunciare alle sue numerose tournée internazionali.
Il cantante, tuttavia, aveva affrontato a più riprese gravi malattie, come un tumore alla gola ed uno ai polmoni, che lo avevano messo a dura prova senza, però, strappargli mai la caratteristica simpatia e spensieratezza visibile in tutte le pubbliche apparizioni; e, infatti, dopo i periodi di pausa necessari per la sua salute, aveva sempre ripreso l’attività artistica di cantante, attore, doppiatore e produttore musicale.
E da ora, non possiamo che ricordare un artista tanto umile quanto originale, canticchiando e ballando le sue canzoni indimenticabili, come “Okay okay”, “Signorina” e “Fammi un panino”, tutte accomunate da un’ironia e simpatia che sapeva toccare con leggerezza temi più profondi quali la ricerca dell’amore, di un proprio posto nel mondo e del senso della vita.
Maria Elide Lovero