Ancor prima della nascita dello Stato italiano, avvenuta il 17 marzo 1861 durante il regno di Vittorio Emanuele II, con il Regio Decreto del 20 luglio 1865 n. 2438 nasceva il Corpo delle Capitanerie di porto, originatosi dalla fusione del Corpo degli Ufficiali dello Stato Maggiore dei porti e quello dei Consoli del mare, ad ordinamento civile, composto da Ufficiali, Guardiani e Marinai di porto e dipendente dal Ministero della Marina (competente in materia di Marina Militare e mercantile).
La costa fu allora suddivisa in compartimenti marittimi e vennero istituiti 73 Uffici locali: il luogo del compartimento fu chiamato Capitaneria di porto e a capo era preposto un Capitano di porto. Il suddetto corpo vide un aumento cospicuo del suo organico a seguito della graduale annessione di nuovi territori al Regno d’Italia e del potenziamento dei porti, dei traffici marittimi e della flotta mercantile.
Nel 1915, all’indomani dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, le Capitanerie vennero transitoriamente militarizzate per le necessità belliche. Tuttavia, al termine della guerra nel 1919 fu conferito permanentemente alla Capitaneria di porto lo status militare nell’ambito della Marina Militare (di cui è uno dei sei costituenti) e passò così definitivamente sotto l’egida del Dicastero dei Trasporti.
Un momento di massima importanza nella sua storia è rappresentato dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale dell’8 giugno 1989: con esso il Governo italiano stabilì che i reparti operativi delle Capitanerie di Porto fossero inseriti nel sottogruppo denominato “Guardia Costiera”, che si configura, dunque, come un’articolazione del Corpo ed è formata da squadre equipaggiate con unità aeree e navali. In tale maniera venne riconosciuto formalmente il servizio svolto sulle coste e in mare dai componenti della Capitaneria.
Oggigiorno la Guardia Costiera espleta mansioni fondamentali relative agli usi civili del mare, occupandosi di salvaguardare le vite umane in caso di pericolo e tutelare l’ambiente marino e di garantire sicurezza nella navigazione e nel trasporto marittimo; inoltre, assicura il controllo dell’intera filiera della pesca, a partire dalla tutela delle risorse naturali sino alla valutazione della validità del prodotto ultimo, destinato ai consumatori.
Attualmente conta un organico di 11000 militari, distribuiti in una rete composta da 15 Direzioni Marittime, 55 Capitanerie di porto, 51 Uffici Circondariali Marittimi, 128 Uffici Locali Marittimi e 60 Delegazioni di Spiaggia.
La costa fu allora suddivisa in compartimenti marittimi e vennero istituiti 73 Uffici locali: il luogo del compartimento fu chiamato Capitaneria di porto e a capo era preposto un Capitano di porto. Il suddetto corpo vide un aumento cospicuo del suo organico a seguito della graduale annessione di nuovi territori al Regno d’Italia e del potenziamento dei porti, dei traffici marittimi e della flotta mercantile.
Nel 1915, all’indomani dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, le Capitanerie vennero transitoriamente militarizzate per le necessità belliche. Tuttavia, al termine della guerra nel 1919 fu conferito permanentemente alla Capitaneria di porto lo status militare nell’ambito della Marina Militare (di cui è uno dei sei costituenti) e passò così definitivamente sotto l’egida del Dicastero dei Trasporti.
Un momento di massima importanza nella sua storia è rappresentato dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale dell’8 giugno 1989: con esso il Governo italiano stabilì che i reparti operativi delle Capitanerie di Porto fossero inseriti nel sottogruppo denominato “Guardia Costiera”, che si configura, dunque, come un’articolazione del Corpo ed è formata da squadre equipaggiate con unità aeree e navali. In tale maniera venne riconosciuto formalmente il servizio svolto sulle coste e in mare dai componenti della Capitaneria.
Oggigiorno la Guardia Costiera espleta mansioni fondamentali relative agli usi civili del mare, occupandosi di salvaguardare le vite umane in caso di pericolo e tutelare l’ambiente marino e di garantire sicurezza nella navigazione e nel trasporto marittimo; inoltre, assicura il controllo dell’intera filiera della pesca, a partire dalla tutela delle risorse naturali sino alla valutazione della validità del prodotto ultimo, destinato ai consumatori.
Attualmente conta un organico di 11000 militari, distribuiti in una rete composta da 15 Direzioni Marittime, 55 Capitanerie di porto, 51 Uffici Circondariali Marittimi, 128 Uffici Locali Marittimi e 60 Delegazioni di Spiaggia.
Maria Elide Lovero