Le immagini che ci sono state offerte durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi in Francia di quest’anno sono lo specchio della cultura forzata che stanno cercando di imporci da un po’ di anni, una cultura che si fa strada a suon di censure e remake di film storici, cartoni animati e, con le Olimpiadi, anche degli scenari biblici come l’ultima cena, solo per il pensiero che qualcuno potrebbe sentirsi escluso o offeso dal vedere un Cristo con una Maddalena e non un’obesa e un trans, soggetti tra i simboli del “progressismo” occidentale.
Si sente la forte necessità di sottolineare i principi di uguaglianza e di inclusione alla base di un Unione Europea ormai debole ed eterogenea su molti fronti, un senso di inclusione valido solo per scopi sociali fini a sé stessi dimenticandoci dei paesi esclusi dai giochi olimpici perché non condividono le nostre stesse idee, i nostri principi, il nostro sistema politico; non è forse questa la più grande espressione di esclusione contraria a come vogliamo mostrarci al mondo?
Atleti russi costretti a cambiare nazionalità per poter partecipare ai giochi olimpici, russi e bielorussi che potranno partecipare senza simboli o bandiere delle proprie nazioni e senza partecipare alla cerimonia di inaugurazione (perché invasori dell’Ucraina, fonte di materie prime per i paesi occidentali e futuro membro NATO per un maggior controllo sui confini russi), notiamo invece un trattamento diverso nei confronti dello stato di Israele, anch’esso artefice di barbarie nei confronti dei civili palestinesi, ma Stato importante per l’economia di USA e UE.
Tornando al primo paragrafo e all’oscenità nella distorsione dell’ultima cena con al centro una ragazza sfortunatamente e visibilmente in sovrappeso strumentalizzata dalla propaganda occidentale come simbolo dell’accettazione della diversità corporea, per combattere la grassofobia, concludo con una citazione attribuita a Socrate risalente al 400 a.C., magari qualcuno dovesse accidentalmente porsi il dubbio sulla correttezza della direzione che stiamo prendendo con il caro progressismo e la cara inclusività:
“Nessun uomo ha il diritto di essere un dilettante in materia di preparazione fisica. È una vergogna per un uomo invecchiare senza vedere la bellezza e la forza di cui il suo corpo è capace.”
Francesco Saverio Masellis