Sotto la sabbia della spiaggia delle conchiglie è stata rinvenuta una necropoli protostorica a cremazione, un luogo riservato alla sepoltura e al culto dei defunti, contenente, infatti, 108 tombe: fra queste, due, dedicate a chi ha perso la vita in battaglia o durante un viaggio, appaiono vuote e, dunque, si classificano come cenotafi. Le ricerche condotte nell’ultima nonché quarta campagna di scavo sono state finanziate dal Consorzio di Gestione della riserva e portate avanti, per concessione ministeriale, dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento; gli scavi sono stati, inoltre, condotti in accordo con la Soprintendenza ABAP per le Province di Brindisi e Lecce e in collaborazione col Dipartimento Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna e col Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari.
Nel corso della campagna di quest’anno sono emerse 43 nuove tombe, di cui più della metà in ottimo stato e destinate a essere microscavate per un’analisi più approfondita, che frutterà ulteriori elementi di conoscenza. Esse si datano alla fase finale dell’età del Bronzo (3300 a.C.-1200 a.C.) e presentano urne con decorazioni protovillanoviane a scanalature con motivi geometrici o dotate di decorazioni plastiche a rilievo.
Due tombe, microscavate sul cantiere stesso a fini di recupero, si contraddistinguono per ornamenti femminili in bronzo, aventi funzione di corredo funerario: il primo si configura come una fibula ad arco di violino; l’altro, invece, è un’armilla, un bracciale usato anticamente come elegante decorazione per agghindare il corpo.
È risultato particolarmente incoraggiante l’ottimo stato di alcuni reperti, come nel caso di diverse urne rinvenute integre. Il professore dell’Università del Salento Teodoro Scarano ha sottolineato la straordinarietà del progetto, trattandosi del solo sepolcreto dell’età del Bronzo nel Mediterraneo centrale in cui si stiano svolgendo indagini multidisciplinari.
Si auspica che in breve tempo le istituzioni diano vita ad uno spazio museale che raccolga i reperti che illustrano la storia degli individui vissuti in quei luoghi tra XV e XI secolo a.C.
Tali operazioni di valorizzazione del patrimonio archeologico accrescono il valore del territorio pugliese, permettendo uno sviluppo e una crescita su più fronti: culturale, turistica ed economica, come evidenziato da coloro che hanno preso parte alla conferenza stampa di presentazione degli esiti ottenuti dagli scavi. Oltre al già citato professor Teodoro Scarano, hanno partecipato Maria Piccarretta, segretaria regionale del Ministero della Cultura per la Puglia, Francesca Riccio, soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, Aldo Patruno, direttore del dipartimento Turismo e Cultura, Regione Puglia, Sabrina Franco, assessore alla Cultura di Carovigno.
Nel corso della campagna di quest’anno sono emerse 43 nuove tombe, di cui più della metà in ottimo stato e destinate a essere microscavate per un’analisi più approfondita, che frutterà ulteriori elementi di conoscenza. Esse si datano alla fase finale dell’età del Bronzo (3300 a.C.-1200 a.C.) e presentano urne con decorazioni protovillanoviane a scanalature con motivi geometrici o dotate di decorazioni plastiche a rilievo.
Due tombe, microscavate sul cantiere stesso a fini di recupero, si contraddistinguono per ornamenti femminili in bronzo, aventi funzione di corredo funerario: il primo si configura come una fibula ad arco di violino; l’altro, invece, è un’armilla, un bracciale usato anticamente come elegante decorazione per agghindare il corpo.
È risultato particolarmente incoraggiante l’ottimo stato di alcuni reperti, come nel caso di diverse urne rinvenute integre. Il professore dell’Università del Salento Teodoro Scarano ha sottolineato la straordinarietà del progetto, trattandosi del solo sepolcreto dell’età del Bronzo nel Mediterraneo centrale in cui si stiano svolgendo indagini multidisciplinari.
Si auspica che in breve tempo le istituzioni diano vita ad uno spazio museale che raccolga i reperti che illustrano la storia degli individui vissuti in quei luoghi tra XV e XI secolo a.C.
Tali operazioni di valorizzazione del patrimonio archeologico accrescono il valore del territorio pugliese, permettendo uno sviluppo e una crescita su più fronti: culturale, turistica ed economica, come evidenziato da coloro che hanno preso parte alla conferenza stampa di presentazione degli esiti ottenuti dagli scavi. Oltre al già citato professor Teodoro Scarano, hanno partecipato Maria Piccarretta, segretaria regionale del Ministero della Cultura per la Puglia, Francesca Riccio, soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, Aldo Patruno, direttore del dipartimento Turismo e Cultura, Regione Puglia, Sabrina Franco, assessore alla Cultura di Carovigno.
Maria Elide Lovero