“Penso di poter parlare con cognizione di causa essendo questa la quarta Olimpiade alla quale partecipo. Per questo dico che un’organizzazione così scadente non l’avevo mai vista prima. La piscina che ospita il programma del nuoto è lontanissima dal villaggio olimpi co e soprattutto è inconcepibile pensare di non poter utilizzare l’aria condizionata nelle stanze. Non riusciamo a prendere sonno prima delle 2 di notte. Non si possono trattare gli atleti in questa maniera: non siamo tutelati” – Gregorio Paltrinieri, capitano della squadra di nuoto italiana, sbotta sulla pessima organizzazione del villaggio olimpico in cui dovrebbero alloggiare gli atleti.
L’aspetto organizzativo di queste olimpiadi è sicuramente il peggiore, dopo aver visto gli atleti attendere per ore sotto la pioggia durante la cerimonia di apertura, e attendere ore per i trasporti incaricati di trasportarli sui luoghi di gare e allenamenti.
Molti atleti hanno ovviato alla situazione del campus trasferendosi a spese del proprio team in strutture alberghiere, mentre Thomas Ceccon, oro nei 100 metri dorso maschile e bronzo nella staffetta 4×100, diventa virale per una foto condivisa da Husein Alireza, canottiere della squadra dell’Arabia Saudita, in cui si addormenta sul prato accanto a una panchina per combattere il caldo delle strutture prive di aria condizionata e la scomodità dei letti fatti di cartone e plastica riciclata.
Per non farsi mancare nulla anche il cibo è scadente; la Francia che si identifica come culla dell’arte culinaria in queste olimpiadi floppa anche sotto questo aspetto.
Letti di cartone riciclato per gli atleti, mancanza di aria condizionata, sono parte del grande disegno sulla politica green dell’Unione Europea, che ha voluto sperimentare su atleti di un certo spessore ciò che ha in mente per i suoi cittadini, oppure, la Francia aveva solo voglia di fare un’altra magra figura portando all’esagerazione l’idea dell’ecologia e c’è chi come Thomas Ceccon non ha neanche intenzione di dormirci su.
Francesco Saverio Masellis