Analogamente al sogno ed alla scrittura, il colore è una forma di linguaggio non verbale che permette all’esperto di accedere a dei contenuti profondi ed inconsci. Ma come si è arrivati a questo? Nel 1937 il biochimico e Premio Nobel Albert Gyorgyi scoprì che i colori, attraverso la vista, trasmettono delle vibrazioni ai centri nervosi e stimolano l’attività molecolare, influenzando la produzione di ormoni, enzimi e di altre sostanze importanti per il corretto funzionamento dell’organismo e per la regolazione del metabolismo.
Ogni colore ha una particolare influenza su ghiandole specifiche ed i disturbi collegati. Molti esperimenti hanno dato conferme in tal senso: persone invitate a fissare lungamente il rosso, hanno riportato un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca e respiratoria; altri, chiamati a fissare il blu, hanno registrato, al contrario, un calo della pressione e una riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria. Anatroccoli irradiati con luce rossa, ad esempio, hanno vertiginosamente incrementato la propria attività sessuale, al contrario di quelli irradiati con luce blu.
Col passare del tempo, i colori non sono stati più considerati come un fenomeno di tipo esclusivamente fisico, cioè vibrazioni di luce distinte per frequenza e lunghezza d’onda, ma anche e soprattutto come una esperienza soggettiva che può originare reazioni differenti (preferenza, indifferenza, avversione) di fronte ad una medesima tonalità. In buona sostanza, i colori racchiudono un universo simbolico ed esercitano un profondo influsso sull’essere umano, a livello sia conscio che inconscio, sia fisico che psicologico. Non a caso nel 1947, il geniale svizzero Max Luscher, il quale conseguì 4 lauree nella sua lunga vita, poco più che ventenne presentò il suo Test dei Colori al Congresso Internazionale di Psicologia: evidenziò i sottili legami tra colori e psicologia umana, dopo aver ripetutamente constatato che le persone accomunate da determinate caratteristiche o problematiche tendevano a mostrare preferenza oppure avversione per specifici colori.
Maria Elide Lovero
