In occasione del G7, tenutosi in Puglia lo scorso giugno, è stata inaugurata a Mesagne, nel brindisino, un’importante mostra dal titolo “G7 – Sette secoli d’arte italiana”, che si pone sulla stessa lunghezza d’onda di quella tenutasi lo scorso anno con oggetto le opere di Caravaggio e della sua epoca.
La mostra, che sarà visitabile fino al prossimo 30 novembre, è stata curata dal prof. Pierluigi Carofano e da un comitato scientifico, che hanno potuto offrire un quadro d’insieme dell’arte italiana analizzando le varie correnti che si sono susseguite dal XIV secolo al presente. La contemporaneità con l’importante evento internazionale andava a porre l’obiettivo di una valorizzazione locale ma anche mondiale dell’arte italiana.
La mostra, che si tiene nei saloni del Castello di Mesagne, presenta la peculiarità di ospitare eventi temporanei in concomitanza con particolari ricorrenze, ad esempio focus su Artemisia Gentileschi e Guido Reni rispettivamente in occasione degli anniversari della nascita e della morte dei due importanti artisti.
L’esposizione parte con le opere degli allievi di Giotto, tra cui Naddo Ceccarelli, Mello da Gubbio e Neri di Bicci, cui si aggiunge Nicola Pisano, con opere provenienti da Siena, Perugia e Pisa. In queste opere, si può notare l’influenza degli studi compiuti da Giotto, in particolare per quanto riguarda l’organizzazione dello spazio e la rappresentazione della natura.
Si passa poi al primo Rinascimento, periodo cui fanno riferimento veri e propri capolavori esposti, tra cui un bassorilievo di Andrea del Verrocchio raffigurante Annibale Cartaginese e la versione Cheramy della Vergine delle rocce, realizzata da Leonardo da Vinci e un suo collaboratore. Si aggiungono opere del Perugino (San Gabriele Arcangelo), Raffaello (Il miracolo degli impiccati), Bronzino (Ritratto di giovane uomo), Lorenzo Lotto (San Girolamo nella selva) e Tiziano (Ritratto di gentiluomo).
La sezione successiva, che si riferisce al Seicento, conserva opere di Mattia Preti, Artemisia Gentileschi, Guido Reni, i Carracci e Salvator Rosa. Sono centrali in quest’epoca da un lato lo studio della natura introdotto da Caravaggio, dall’altro il classicismo cui si rifanno i Carracci. È il periodo in cui si sviluppa anche il fenomeno del Barocco a partire dalla Controriforma operata dalla Chiesa, che rende Roma la capitale di questa nuova e suggestiva corrente artistica.
La sala accanto ospita la sezione dedicata al Neoclassicismo. Troviamo due modelli in gesso realizzati da Canova su sue opere raffiguranti il pugilatore Creugante e il pugilatore Damosseno, che vanno ad adattare le forme dell’antichità classica all’epoca moderna. A queste sculture si aggiungono opere del nostro conterraneo Corrado Giaquinto e del Canaletto.
Ancora avanti la sezione dell’Ottocento, con opere di Vito d’Ancona (L’incontro tra Dante e Beatrice), Giovanni Fattori (Campagna romana), Giuseppe De Nittis, Lorenzo Bartolini, Vittorio Corcos e Giulio Aristide Sartorio.
L’ultima sezione è quella del Novecento, con le opere di Pino Pascali e Depero per finire con Alberto Burri.
La mostra è visitabile tutti i giorni, tranne che il lunedì mattina. Si rimanda al sito del Comune di Mesagne per informazioni sugli orari e sulle tariffe praticate.
Giuseppe Mennea