A Polignano a Mare, in una zona a ridosso della spiaggia, sulla strada che collega il famoso centro alla vicina frazione di San Vito, dominata dall’omonima abbazia, sorge una vasta masseria, oggi in stato di abbandono, che sembra ricordare quasi un castello. Si tratta della Masseria “La Compra”, di cui in questo articolo forniremo una breve descrizione.
La proprietà si sviluppa a ridosso di Lama Ciaffallo, poco prima di giungere a San Vito, all’interno di un vasto campo abbandonato. Per questa conformazione, l’edificio spicca ed è facilmente osservabile già dalla strada.
Attorno alla costruzione principale è stata ottenuta, probabilmente in epoca recente, una piccola pineta. La masseria potrebbe essere dovuta divenire una struttura ricettiva, e infatti si notano alcuni rifacimenti. Ad esempio, sullo stradone di accesso spiccano alcuni trulli di piccole dimensioni evidentemente realizzati pochi anni fa.
La masseria è affiancata da alcuni vani al pian terreno realizzati negli anni ’60. Ma il fascino della struttura principale resta invariato. Questa ha pianta rettangolare e si sviluppa su due soli livelli: piano terra e primo piano.
La facciata e le sue caratteristiche spingono a datare l’edificio al ‘600: essa è molto regolare, più aggettante ai vertici, come se fossero presenti quattro torri angolari. Su ognuno dei quattro lati si aprono due finestre al piano superiore, delimitato da quello inferiore tramite una cornice.
A livello della terrazza, invece, anche in questo caso due per lato ed esattamente in corrispondenza delle finestre, si trovano delle garitte, elementi tipici della difesa delle strutture rurali seicentesche.
Anche per la presenza di questi elementi, si potrebbe affermare come in passato l’edificio fosse inserito nella linea di difesa più prossima al mare, volta a impedire o comunque segnalare gli eventuali attacchi dei pirati turchi.
Al piano terra si accede tramite un vasto portale, con arco a tutto sesto, che presenta una grata massiccia in ferro, anche se non si può dire se questa sia originale o un’aggiunta posticcia. Questo primo livello, comunque, si caratterizza per la presenza di due vasti ambienti voltati a botte, intervallati dalla scala che permette di salire al piano superiore.
Anche in questo caso, la struttura presenta due saloni, arricchiti da ampli camini utilizzati in epoche passate per riscaldare gli ambienti durante l’inverno.
All’interno dell’intera struttura si nota una pavimentazione, purtroppo moderna, ma con la presenza di alcuni elementi di rimando al passato.
In una delle sale, infatti, si nota al centro della pavimentazione una cornice vegetale che fa da contorno a uno stemma: questo, coronato da un elmo, presenta lo scudo per metà a righe rosse e bianche e per metà blu, con al centro una spiga di miglio dorata. Stando a quanto riportato da alcune fonti, rappresenterebbe lo stemma dei Conti Miani.
Questi si stabilirono a Polignano, dove erano feudatari, disponendo del palazzo marchesale e, tra le varie proprietà, anche quella che oggi è nota come Grotta Palazzese, all’epoca Grotta di Palazzo. Oltre a Polignano, i Miani disponevano di vasti appezzamenti di terra anche a Ginosa, nel tarantino.
Terminiamo idealmente la visita con la splendida vista dell’Abbazia di San Vito, che si nota tra gli alberi all’orizzonte a ridosso di Porto Cavallo.
Giuseppe Mennea